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FRA le altre, sono in discussione nella terza commissione regionale (Ambiente) due delibere della giunta regionale: la prima riguarda “Modifiche e integrazioni al disciplinare approvato con D.G.R. n.2260/2012-Riproposizione”, la seconda “D.M. del 10 settembre 2010-Individuazione delle aree e dei siti non idonei all’installazione di impianti alimentati da fonti rinnovabili”. Sulla prima, consiglio ai politici di non avere fretta questa volta, in considerazione dei danni provocati ai cittadini ed al paesaggio con alcune pessime scelte del Piano Energetico (Piear) del gennaio 2010 e del relativo disciplinare di fine dello stesso anno. Disciplinare approvato a distanza di tre mesi dal decreto ministeriale citato, ma del quale non tiene debito conto. Non conosco il disciplinare del 2012, ma ho dato uno sguardo rapidissimo a quello in esame oggi: persistono pari pari tutte le vessazioni nei confronti dei lucani proprietari di fabbricati extraurbani, abbandonati alla mercé degli eolici e delle “interpretazioni” degli esaminatori.
Questa volta studiate bene prima di varare norme che ad una sommaria lettura non mi pare proprio che si preoccupino di cittadini e paesaggio. Norme con le quali fra l’altro si continua tranquillamente a fare gli struzzi a proposito degli impianti che qualcuno si ostina ancora a chiamare mini, quelli al di sotto del Mw! Quegli impianti che ormai hanno fatto perdere la pace ai lucani e che sono solo all’inizio della loro opera di devastazione delle nostre terre. Dunque per quanto riguarda questa prima delibera, conviene che vi fermiate per fare una seria consultazione, ma seria, convinta, con le organizzazioni che rappresentano i cittadini e che difendono gli interessi dell’Ambiente in senso lato, prima di pensare di procedere oltre. Noi tutti siamo disponibili a lavorare con voi. Diverso è il caso della seconda delibera, per la quale non si può perdere un solo attimo in più.
Tanto per cominciare, gli amministratori regionali dell’epoca dovrebbero pur essere chiamati a rendere conto del fatto di aver dato via libera ai progetti nel gennaio 2011 senza aver proceduto ad individuare le Aree non idonee all’installazione degli impianti come da Decreto del 2010. Gli stessi che all’epoca, nonostante le Linee Guida nazionali del settembre 2010 ribadissero la necessità di esaminare i progetti al di sopra dei 60 Kw seconda una procedura abbastanza completa, nel dicembre dello stesso anno licenziavano il disciplinare che riaffermava la stortura del Piear, quella della semplice Dia (Dichiarazione di inizio attività) per i progetti al di sotto di 1000 Kw! Adesso, sia pur colpevolmente trascurando di intervenire ancora una volta sulla gravissima stortura, e sia pure intervenendo quando tantissimi sfregi al Paesaggio lucano sono già stati consumati in questi cinque anni da quel settembre 2010, l’assessore Berlinguer e la giunta tutta hanno finalmente varato con una delibera le norme (che gli uffici Ambiente di concerto con il ministero dei Beni culturali avevano inoltrato alla giunta di allora nel 2013) che individuano le famose Aree non idonee.
Dovrei comunque rallegrarmene e considerarlo un ottimo auspicio per il varo anche del tanto atteso Piano paesaggistico, se non fosse che sono passati 3 mesi dal varo della delibera, che vanno ad aggiungersi alla eternità dei tempi intercorsi fra i vari atti di cui sopra. Ma questo sarebbe ancora il meno (si fa per dire) se non fosse che tanti consiglieri regionali e tanti sindaci hanno imbracciato le armi per far cadere o per “addolcire”, “disinnescare” questa delibera che si propone almeno di salvaguardare, con l’imposizione di maggiori distanze dagli impianti, rispetto a quanto previsto dal Piear, “le aree sottoposte a tutela del paesaggio, del patrimonio storico, artistico e archeologico; le aree comprese nel Sistema Ecologico Funzionale Territoriale; le aree agricole; le aree in dissesto idraulico ed idrogeologico”.
Orbene, pur nel rispetto delle opinioni altrui, vorrei far rilevare a questi signori che il Paesaggio (espressamente tutelato dall’articolo 9 della Costituzione italiana), non è cosa loro. Il Paesaggio, il paesaggio lucano, è cosa, è casa, di noi tutti! E dunque questa volta giù davvero le mani dai nostri Beni, e per quanto riguarda voi componenti della giunta di Basilicata, io penso che abbiate il dovere di difendere strenuamente la vostra delibera (se pure incompleta, ma ci sarà tempo di integrare successivamente) e se davvero pensate che essa sia indifferibile, come effettivamente è, pretendetene la rapida ratifica e non contrattatene lo snaturamento. Grazie.
* presidente della sezione Vulture Alto Bradano di Italia Nostra
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