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SALANDRA – E così l’attiva cittadina della Collina materana si ritrova nella monumentale chiesa di San Rocco, per porgere l’estremo saluto ad un altro pezzo di storia del campo medico-scientifico locale ed internazionale.
Parliamo della dottoressa Rosa Maria Florinda Uricchio, deceduta i giorni scorsi (i funerali si sono svolti sabato pomeriggio). Avrebbe compiuto 90 anni il 4 gennaio prossimo. Con oltre mezzo secolo di attività, la dottoressa Uricchio è stata un’icona, una forza della natura pur non sembrando a prima vista, per chi non la conosceva data la sua modestia nel cercare di passare inosservata là, dove non occorresse il suo intervento. Si laureò in Medicina e Chirurgia il 7 aprile 1952 presso l’Università di Napoli e con la qualifica di medico scolastico, svolse questo incarico presso le scuole elementari e medie. Fu consulente sanitario O.n.m.i. (Opera nazionale maternità e infanzia) e in mancanza del servizio di Ostetrica comunale a Salandra, assistette alla nascita di un numero rilevante di bambini e bambine; “più di mezzo paese”, si sentiva sussurrare fuori dalla chiesa durante l’ispirata omelia funebre e –grande donna– altri aggiungevano. Sempre presente nelle attività sociali, fu spesso nominata presidente di associazioni di volontariato ed enti onlus.
Nel 1985 fu indicata anche come capolista di una civica “Per un’alternativa democratica” dal simbolo tre spighe su un libro aperto, a cui partecipò ufficialmente anche il Pci, insieme al Psi e alla Dc; si disse che fu il primo esperimento in Italia per l’alleanza Dc-Pci. Nell’aprile del 1987 le venne conferito il riconoscimento di “Donna Medico dell’Anno” al Congresso internazionale delle donne medico, tenutosi a Sorrento e lo stesso anno il Prefetto di Matera le conferì il titolo di cavaliere della Repubblica a firma dell’allora Presidente Cossiga. Ma chi ben la conosceva, sapeva anche che non erano titoli ed onorificenze che le interessavano; non ci faceva caso- per lei altre erano le priorità della gente. Non a caso, quando andò in pensione comprò e donò alla popolazione di Salandra un’autoambulanza completamente attrezzata di tutto il necessario.
Nonostante fosse in pensione, continuava a percorrere le vie del paese andando a trovare soprattutto anziani; persone sole o bisognose di un verbo o di una medicina e chiunque la chiamasse, finchè le forze fisiche glielo hanno consentito. Di una fede incrollabile e fervente cattolica non sbagliamo molto a paragonare la dottoressa Rosa Uricchio alla piccola, minuta modesta Madre Teresa da Calcutta, sia per sembianze che per convinzioni etiche, anche se il paragone riguarda il raggio limitato di un paesino dell’entroterra lucano.
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