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Nei dintorni di Matera, nel sito di Trasanello, «si sono conservate importanti testimonianze di una frequentazione umana che dal Neolitico si estende fino all’età dei metalli“: lo hanno confermato gli scavi archeologici condotti nella zona, nel settembre scorso, dal dipartimento di civiltà e forme del sapere dell’Università di Pisa.
«La prima occupazione – è scritto in una nota diffusa dalla soprintendenza archeologica lucana – è riferibile al Neolitico antico quando è stata realizzata l’opera di escavazione del fossato che recingeva l’abitato.
Dopo un periodo di abbandono di circa tre millenni l’identificazione di due capanne attesta che la frequentazione è ripresa durante l’età del Bronzo. Alcuni secoli dopo sono stati realizzati sulla parte sommitale del pianoro quattro tumuli circolari, ad uso funerario, delimitati da un recinto di blocchi di calcare».
Il sito di Trasanello – in cui si è giunti alla nona campagna di scavi da parte dell’istituto universitario pisano – si trova nella proprietà del cementificio, che ha fornito supporto logistico e finanziario per l’esecuzione delle ricerche archeologiche: «Una selezione dei materiali più significativi è esposta già dal 2010 nella Mostra didattica ‘Trasanello: quattro passi nella Murgia preistoricà, all’interno del nuovo percorso espositivo della sezione preistorica del Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola di Matera, dove trovano spazio anche ricostruzioni sperimentali e pannelli esplicativi delle attività e dei modi di vita delle comunità vissute nel territorio materano dal quinto al primo millennio avanti Cristo».
La ricerca, avviata nel 2007, riguarda l’occupazione umana del comprensorio murgiano nella preistoria recente e si inserisce in un programma più ampio della Soprintendenza che risponde ad esigenze di tutela come ad opportunità di valorizzazione del territorio.
La ripresa delle indagini nel villaggio neolitico, individuato da Gianfranco Lionetti e successivamente indagato e vincolato, muove dall’interesse ad approfondire lo studio relativo alle prime comunità ad economia produttiva del Materano mediante scavi sistematici, studio dei reperti archeologici e analisi di laboratorio.

Nel mese di Settembre l’indagine appena conclusa ha interessato i saggi nel riempimento del fossato di recinzione del villaggio neolitico, recuperando la sequenza stratigrafica del deposito archeologico e un’abbondante quantità di materiale ceramico, attualmente in corso di restauro nel laboratorio del Museo Ridola. Inoltre l’interesse si è rivolto al recupero di un monumento sepolcrale riferibile all’età del Bronzo Finale-età del Ferro presente all’interno del villaggio.

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