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SENISE (PZ) – “E poi non dite che non sappiamo spendere i fondi europei”. Francesco Caldararo apre le porte dell’attrattore culturale di Senise per mostrare in anteprima alla delegazione di Linc2015 l’anfiteatro da 2500 posti costato 5 milioni e costruito in 3 anni (“sono tempi europei…”) grazie a un finanziamento Fesr 2007-2013. Il 18 ottobre l’apertura ufficiale a inviti in attesa della piena funzionalità che renderà il catino con vista lago un unicum nel Mezzogiorno: ospiterà megaproduzioni teatrali a tema magnogreco. Componente dell’Ati Magna Graecia, Caldararo fa da cicerone nella struttura fiore all’occhiello di un territorio legato al peperone crusco che l’anno prossimo celebrerà i vent’anni del riconoscimento Igp.
I delegati dei Gal europei apprezzano, animando una delle 4 tappe (le altre: Lauria, Rotonda e Latronico) previste ieri all’interno della conference internazionale che fino a oggi renderà Maratea capitale dei Gruppi di Azione Locale.
In mattinata il workshop sugli investimenti pubblici: molto interesse degli ospiti per la relazione di Andrea Topo, consulente del Ministero dell’Economia, dopo il saluto del sindaco Giuseppe Castronuovo, orgoglioso di mostrare a una platea internazionale “la vera risorsa della Basilicata, che non è il petrolio ma l’acqua”. Poi i numeri sul lago di Montecotugno: 500 milioni di metri cubi di acqua che ne fanno il più grande invaso artificiale in terra battuta d’Europa. Ma i turisti s’immergono anche nel silenzio della chiesa di San Francesco (costruita nel 1270) e osservano la meraviglia del polittico del pittore Simone da Firenze (1523). Non manca il momento delle degustazioni, tutte focalizzate sui prodotti tipici: pomodoro secco di Tolve e olive nere di Ferrandina, pistacchi di Stigliano e fichi rosa di Pisticci. Il pomeriggio è dedicato all’azienda Marino, dislocata su 4 paesi e due province (Policoro e San Giorgio Lucano nel Materano, Noepoli e Senise nel Potentino). Qui una quercia millenaria racconta la fertilità di un territorio che oggi declina il verbo del biologico (non è un’etichetta modaiola: l’azienda è certificata da 15 anni) e fornisce la propria frutta a colossi come Zuegg. Da quest’anno è partita la produzione ed essiccazione del principe della tavola lucana, che col suo prezzo di circa 30 € al chilo ricambia degnamente un’attesa che lo riduce del 90% del peso originario slegandolo dalla stagionalità e proiettandolo sui mercati internazionali. Lo chef di Terranova Pino Golia fa da guida e stimola le papille gustative della delegazione nordeuropea magnificando il suo “Rocher lucano”: una pralina di astice con cuore di salsiccia ricoperta di scaglie di “zafarano”.
Sono solo alcune delle eccellenze di cui, la sera prima, hanno parlato tra gli altri il direttore del Gal La Cittadella del Sapere, Nicola Timpone, e il governatore Marcello Pittella. Con loro anche Ines Giordana, responsabile della Rete rurale europea, e Corrado Martinangelo: “Da Maratea – ha detto il consigliere del ministero dell’Agricoltura sui temi del Mezzogiorno – lanciamo l’idea di un nuovo agroalimentare al Sud, fatto di condivisione. Senza Sud non esiste agroalimentare italiano”. Dal governo viene veicolata la promessa di un “maggiore impegno nel coordinamento e nelle funzioni dei Gal, facendo sistema con le istituzioni e le imprese”.
I promotori della prima Linc (2010) ribadiscono l’importanza del face-to-face nei tempi dei social e della comunicazione via mail. I numeri e gli spunti di Maratea ne sono una conferma.
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