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POTENZA – Per alcuni è un’istituzione e pertanto non si tocca. Per altri andrebbe rivalutato con interventi che ne migliorino le prestazioni. Ma c’è chi propone addirittura di raderlo al suolo e trasformarlo in un parcheggio.
Stiamo parlando dello stadio Viviani, in viale Marconi, di cui si è parlato nel consiglio comunale di ieri. «Valuterei anche di delocalizzare il nostro campo sportivo cittadino, guardando proprio a quella zona», dice l’ex assessore all’Urbanistica Pietro Campagna, parlando del PalaBasento e dell’area di Lavangone.
E l’idea viene sostenuta dal collega consigliere, Roberto Falotico: «La zona attualmente occupata dal Viviani potrebbe essere deputata alla realizzazione di parcheggi sotterranei e giardini attrezzati in superficie, disingolfando una zona cittadina ormai ipercompressa, magari verificando la possibilità presente e futura di accedere a finanziamenti da individuare fuori dall’ambito comunale».
La proposta – già fatta in passato per la verità – si inserisce quindi nel più ampio dibattito sulla realizzazione di una struttura per uso culturale e ricreativo per il tempo libero a Lavangone, illustrata dall’assessore comunale all’Edilizia e pianificazione Rosanna Argento. Aperti tutta una serie di interrogativi circa la funzione da attribuire all’intera area, attualmente rilegata esclusivamente alla struttura sportiva del Palabasento. Struttura che è economicamente difficile da sostenere.
Il sindaco sulla questione Viviani non ha però dubbi: «Ha ragione chi sostiene che il Palabasento – dice De Luca – abbia dei costi di gestione allo stato attuale insostenibili, primi tra gli altri quelli energetici. Insieme alla ex Comunità montana dobbiamo quindi individuare una modalità di utilizzo di una struttura comunque bella».
Lo Stadio Viviani, però «è un monumento, che deve rimanere tale, perché già a cominciare dai pennoni portabandiere c’è la necessità del placet della Soprintendenza affinché si possa intervenire. La sua presenza all’interno della città crea problemi soprattutto in occasione dell’attuazione di misure di sicurezza che si pongono in essere in occasione di grandi eventi. Si può pensare dunque a delocalizzare alcuni di questi eventi, ma non lo stadio Viviani. L’attuazione di tante misure per rendere la nostra Potenza diversa da quello che oggi è possibile».
E De Luca fa riferimento principalmente alla «possibilità di una città di non utilizzare il mezzo privato. Il tutto richiede uno studio per verificare l’intermodalità del trasporto, per esempio pensando a zone di parcheggio per biciclette, magari individuando zone quali potrebbero essere quelle prossime agli impianti di risalita meccanizzata, il tutto con utilizzo non eccessivo di risorse».
Intanto per Lavangone non si pensa soltanto ad una definizione esclusivamente sportiva, ma anche a zona strategica per la realizzazione effettiva dell’area metropolitana, come stazione di interscambio tra gli autobus extraurbani e il trasporto su ferro. Resta tuttavia la questione aperta del Palabasento: come renderlo risorsa e non più spesa per l’amministrazione comunale?
Trasformandolo in sede del Coni e delle altre associazioni sportive come propone il consigliere Picerno, o deputarlo a più fortunate strade, come quella dell’ospitalità di grandi concerti come già successo per Ligabue e Baglioni?
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