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SUCCESSO anche a Matera per il progetto “Razzisti? Una brutta razza”, il percorso educazionale della Federcalcio.
Obiettivo, favorire l’integrazione e combattere ogni forma di razzismo dentro e fuori gli stadi.
Un percorso che la Federazione Italiana Gioco Calcio affronta con un testimonial d’eccezione, la pluridecorata campionessa di atletica leggera, Fiona May, tra le prime atlete nere della storia sportiva italiana.
Il progetto, infatti, è stato ideato proprio dalla Commissione FIGC coordinata da Fiona May, con l’intento di parlare in maniera diretta ai giovani e giovanissimi, delle scuole e delle società di calcio, per aiutarli a riflettere su argomenti decisivi nella loro crescita formativa sia come cittadini che come sportivi. «Lavoro tanto per questo progetto e sono contenta dell’accoglienza che sto ricevendo in ogni città, come lo è stata speciale anche a Matera. E’ la prima volta che sono in questa città ed ho sentito subito il calore della gente, che mi riconosceva anche per strada. Sono contenta – spiega Fiona May tornando al progetto – di aver realizzato un programma lungo e di sostanza, che permetta a noi tutti di parlare con i giovani e fargli capire l’importanza dell’integrazione, dell’accoglienza, della negatività del razzismo e dell’intolleranza. Ho vissuto momenti difficili ed oggi ho due figli di 13 e 6 anni e conosco bene le problematiche che possono nascere dal colore della palle. Ma ho riscoperto proprio nelle giovani generazioni uno spirito diverso, che facilita, utilizzando i loro linguaggi, il rapporto umano. Ecco perchè abbiamo pensato di realizzare 20 incontri coinvolgendo scuole calcio, ma anche le Istituzioni scolastiche, per dare un impatto più forte della nostra idea. Avrei dato a tutti, da sola, questo messaggio, ma non conoscendo tutti gli italiani, abbiamo pensato ad un metodo per farlo recepire a chiunque». Un progetto che, giunto alla sua sesta tappa, sta portando risultati soddisfacenti.
«Sono contenta – continua la May – ma non voglio fare un resoconto, io voglio percepire l’impatto del messaggio che vogliamo dare e per ora sono soddisfatta della risposta della gente, che è contanta di come stiamo lavorando. Ciò che direi ad un ragazzo che viene colpito da razzismo? Direi di lottare, di trovare il coraggio per difendersi parlando, perchè il razzismo è il frutto dell’ignoranza, bisogna parlare, educare e informare per poterlo superare».
Un onore avere Fiona May in città e non lo nasconde l’assessore allo Sport di Matera, Massimiliano Amenta. «Non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di patrocinare ed essere vicini a questo progetto – ammette l’assessore Amenta – Matera come Città della pace e dei diritti umani non poteva esimersi dall’essere vicina a questo progetto. Sono onorato di poter prendere parte a questa lodevolissima iniziativa, e credo che la città risponderà al meglio agli input che derivano da questa iniziativa».
Una soddisfazione che colpisce anche il presidente della Figc di Basilicata, Piero Rinaldi. «La presenza della May mi emoziona – commenta – Ricordo benissimo le sue imprese sportive e noi siamo in linea con queste idee. La Basilicata probabilmente è, in genere, un’isola felice rispetto a questo tema, ma non bisogna mai abbassare la guardia e lavorare a fondo. La valenza culturale di questa iniziativa, infatti, è altissima. Il razzismo va combattuto sia nelle idee che nella pratica. Il calcio si presta come strumento di fratellanza, lo sport ha delle responsabilità e da parte nostra assicuriamo – conclude Rinaldi – tutto il nostro impegno».
Nel pomeriggio di ieri, piccola invasione di giovani atleti in piazza di San Pietro Caveoso, dove Fiona May ha incontrato i ragazzi delle scuole calcio Invicta Matera e Matheola. Un faccia a faccia durante il quale l’ex atleta ha parlato ai giovani della sua esperienza personale e di come si combatte il fenomeno del razzismo nello sport. Infine, spazio alle foto di gruppo e ad un bellissimo memento conviviale.

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