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TRICARICO – Le foto del Maestro Cartier Bresson, donate al Comune di Tricarico e di recente esposte con successo alla Milanesiana, meritano uno spazio espositivo dignitoso.
A rimarcarlo è lo storico ex sindaco di Tricarico, Antonio Melfi, che denuncia anche il probabile smarrimento di una foto, durante il trasporto in Lombardia.
«Ho seguito con una certa soddisfazione, ma anche con non poche perplessità l’evento della esposizione delle fotografie del Maestro Henri Cartier Bresson alla Milanesiana. -spiega Melfi- Il Comune di Tricarico, legittimo ed unico proprietario del Fondo, ha recitato il ruolo subalterno di comparsa. Le fotografie furono donate al Comune alla mia prima consiliatura, 1995/1999.
Trovai questo vero e proprio tesoro abbandonato in un baule nel Palazzo Ducale, nell’ala data in uso dalla Provincia al Centro regionale culturale. Per dare degno risalto a una collezione dal valore elevatissimo, si stabilì di allocarla nella Torre Normanna appena restaurata e restituita alla fruibilità del pubblico, ulteriore gioiello questo che, insieme a tante altre opere, giustifica la definizione di Tricarico come città d’arte. Poi gli eventi si sono succeduti ed accavallati -prosegue Melfi- quel Fondo è passato da un baule in scatole inidonee alla preservazione di fotografie; consegnate, non so a che titolo, in gestione al Centro di documentazione Rocco Scotellaro. Da allora sono divenute inaccessibili alla fruizione dei legittimi proprietari, ovvero dei tricaricesi tutti. Per di più, pare che una Foto sia sparita e non se ne conoscono, né tantomeno se ne ricercano le cause e le responsabilità. Eppure Tricarico non manca di “contenitori” idonei ad ospitare in maniera permanente tale collezione: nel 2011, ultimo, finora, della mia carica di sindaco, è stato restituito alla comunità dopo un restauro meticoloso, il Palazzo Lizzadri, che sarebbe dovuto essere nel programma di governo il Palazzo della cultura; per inaugurarne la riapertura, nell’agosto 2011 il Comune, rientrato in possesso legittimo e si riteneva permanente della raccolta fotografica Cartier-Bresson, vi allestì una mostra con grande successo di visitatori e, soprattutto, consenso dei tricaricesi, che finalmente riavevano la possibilità di vedere questi capolavori.
Quale obiezione si potrebbe adesso sollevare, visto che il Palazzo Lizzadri è dotato di impianto di riscaldamento? -si chiede provocatoriamente Melfi- O vogliamo proprio credere che conservate in una scatola chissà dove le fotografie di Cartier-Bresson abbiano trovato il loro habitat perfetto? È di questi giorni la notizia che il Comune ha ricevuto uno stanziamento di migliaia di euro per realizzare iniziative culturali: non è cultura investire anche una parte di tali Fondi per acquistare qualche teca apposita per l’esposizione permanente di un patrimonio culturale, lo ribadisco, di tutti i tricaricesi?
Invece sembra che la cultura, nel paese di Scotellaro, sia di nuovo costretta ad essere strattonata fra due opposti: panem et circensem da una parte, sacelli chiusi e impenetrabili custoditi caparbiamente da vestali autoreferenziali, dall’altra. Ma “cultura” dovrebbe avere una accezione più ampia e di più ampio respiro: lo stesso preannunciato convegno, l’ennesimo, su Rocco Scotellaro (perché bisogna spendere i soldi ricevuti!) finirà presto nel dimenticatoio. Ben più proficuo sarebbe stato investirli per pubblicare le poesie di Scotellaro, ormai irreperibili sul mercato -conclude Melfi- o non si vuole imitare l’operazione fatta dalla amministrazione Melfi nell’anno 2000, finanziando la pubblicazione dei romanzi “L’uva puttanella” e “Contadini del Sud” presso la Casa editrice Laterza?».
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