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MATERA – Una giungla di attività ricettive, ma con poca regolamentazione e un controllo troppo leggero per poter garantire equità.
Matera si riscopre una delle città più visitate dell’intero territorio italiano, ha ottenuto l’importante riconoscimento da parte dell’Europa, che gli ha consegnao il titolo di Capitale della Cultura per il 2019 e vede incrementare di giorno in giorno l’attrattività anche dei propri immobili.

Arrivano investimenti nuovi, forze imprenditoriali fresche e pronte a prendersi una fetta dell’immenso panorama che può essere la risorsa turistica in città. Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un fortissimo incremento dei posti letto in città. Negli Antichi Rioni, meraviglia per i visitatori, c’è spazio quasi quotidianamente per un nuovo bed and breakfast, una casa vacanze o un residance.

Apparentemente tutto positivo per l’economia cittadina e ovviamente, anche per la creazione di nuovi posti di lavoro, per l’occupazione. Ma, bisogna sempre pensare anche alle conseguenze. Infatti, ciò che più si nota negli ultimi periodi è la sofferenza, leggermente mitigata dall’aumento dei numeri, degli albegatori di professione.

«Con il proliferare di bed and breakfast, case vacanza e altre attività simili, il rischio è che venga meno la professionalità offerta ai clienti – ammonisce Gregorio Padula, presidente del Consorzio Albergatori Matera – C’è sempre più gente nel settore ricettivo che non consoce le lingue, o peggio ancora la città, facendo calare la competenza del settore agli occhi dei turisti. Ma, se la legge permette l’esistenza di queste attività, noi non possiamo farci nulla, solamente chiedere il rispetto della legalità». Alcuni esempi di cosa non va e cosa dovrebbe essere migliorato. «Di casa vacanza se ne potrebbe avere solo una, e nel bed and breakfast il proprietario dovrebbe risiedervi. Spesso non è così – continua Padula – I turisti stranieri si aspettano di trovare delle famiglie, ed invece trovano solamente un receptionist che consegna le chiavi, chiede il pagamento, saluta e va via. Ci sono delle evidenti distorsioni. Con questo non voglio dire o fare la guerra con nessuno, ma solamente mettere in luce queste problematiche, evidentemente superabili senza grossi affanni».

La soluzione è, però, lontana. Bisognerebbe aumentare i controlli e la gestione della situazione, per evitare di ritrovarsi una situazione al limite del controllabile. Proseguendo su questa strada sarà difficile, un domani, tornare indietro. Di chi sono le colpe? Chi ha le maggiori responsabilità? Queste domande non hanno una sola risposta, ma una serie di situazioni che si intersecano tra loro.

«La città ha termini di crescita notevoli, ma non si possono attribuire colpe – spiega Gregorio Padula – Il Comune ha tre impiegati che gestiscono 39 ettari di Sassi, tra sopralluoghi, progetti, controlli e tanto altro, io li definirei più tre eroi questi geometri, che evidentemente non possono fare tutto. Anche la Polizia locale è aberrata da altri impegni e con numeri esigui. Probabilmente servirebbe rimpinguare questi uffici o realizzarne uno che gestisca questa situazione. Un maggiore controllo garantirebbe quello che dicevo, maggiore attenzione e la giusta professionalità per crescere sempre di più come città e come polo attrattivo».

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