Migranti, si aggiunge il fronte croato Sorpresa: in Italia 11mila sbarchi in meno

LA LETTURA da non perdere oggi è senza dubbio il reportage di Domenico Quirico per la Stampa tra i profughi al confine serbo-ungherese, mentre le notizie dal “fronte” caldo mitteleuropeo parlano di una Croazia al collasso (Zagabria fa sapere che i posti sono già tutti esauriti e intima lo stop agli ingressi minacciando l’intervento dei militari) e Bruxelles spinge per le quote vincolanti: se ne discuterà in un vertice straordinario. E in Italia? Colpiscono i dati del Viminale, che rivelano come in Italia sono sbarcati quest’anno 11mila migranti in meno (122mila contro i 133mila del 2014).
Il dibattito sulle riforme vede intanto acuirsi lo scontro tra il premier e la seconda carica dello Stato: al presidente del Senato Piero Grasso non era piaciuta la frase di Renzi di voler “trasformare l’aula in un museo” ma ieri il capo del governo ha smentito quelle parole. Resta un fatto che avvicinandosi la data del passaggio del ddl Boschi a Palazzo Madama il clima, soprattutto nel Pd, si surriscaldi sempre di più: il vero nodo è, come noto, l’articolo 2, quello che riguarda l’elettività dei senatori, ma sul punto il ministro per le Riforme ha mostrato i primi segnali di apertura. La maggioranza incassa nel frattempo un importante risultato: con 171 no boccia le pregiudiziali di costituzionalità e dimostra di tenere. Sul Corriere della Sera, che alla politica dedica il titolo di taglio medio, un’interessante analisi del politologo di Roma 3 Michele Ainis sottopone ai lettori “Le sette bugie da smascherare” che riguardano la riforma. Il quotidiano milanese dedica il titolo di apertura alle questioni economiche: da un lato la Fed (la Federal reserve americana) che decide di aspettare e per il momento non alza i tassi a sostegno della ripresa, motivando la scelta con la cautela per le “troppe incertezze globali”; dall’altra i vertici della Bce (Banca centrale europea) che da Roma ammoniscono: i risparmi dello spread siano utilizzati dall’Italia per ridurre il deficit. Il governo ribadisce la sua posizione: puntiamo alla crescita. 

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