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LA campagna elettorale è finita. E’ questa la notizia che probabilmente Matera non ha ancora completamente recepito. Si continua a dividere tra coloro che vedono l’elezione a sindaco di “De Ruggieri come l’apocalisse che non può portare nulla di buono e distruggerà tutto ciò che è stato fatto” e coloro che d’altro canto ritengono che “bisogna cambiare tutto o quasi di ciò che è stato fatto” e soprattutto non vedono l’ora “di mettere mano al dossier, alle figure ingombranti che hanno guidato il Comitato di Matera 2019”. Posizioni e convinzioni normali e rispettabili durante una campagna elettorale ma ora sostanzialmente fuori luogo.

Basta quindi l’audizione a Bruxelles del sindaco e del direttore di Matera 2019 per scatenare ridda di tifoserie che esultano (“perchè aveva ragione Adduce, il dossier è sacro”) oppure imprecano perchè “in fondo dove è scritto che non si può cambiare?”.

Di questo passo e da questa opposizione di tifoserie si rischia oggettivamente di non uscirne. Le parole di mediazione che, a nostro giudizio, sono trapelate dall’audizione lasciano intendere che forse, anzi certamente, la priorità è quella di andare avanti e di corsa. Il dossier c’è, è lì se si vuole cambiare, basta dirlo ma a quanto pare (per quanto ne sappiamo) non è stato fatto.

Almeno che non sia un segreto inenarrabile. L’Europa dice di andare avanti con il progetto che c’è e con la squadra che c’è. Dice soprattutto di fare in fretta perchè il tempo non è tanto. Obblighi non ce ne sono ma i consigli, che arrivano, avranno pure un valore. Di strade diverse al momento nessuno parla.

Ma il punto vero però in questa disputa paradossale è che forse Matera ha oggi bisogno di ben altro. Non è il dossier o la squadra che lo dirige il punto più importante di tutta l’operazione. Forse è più importante concentrarsi sulle frasi che da punti diversi della geografia politica sono arrivate solo qualche giorno fa quando Pittella ha provato ad indicare nel “patto per Matera 2019” in Finanziaria un obiettivo strategico, l’obiettivo strategico da qui alla fine dell’anno e quando Pasquale Di Lorenzo di Matera si Muove, un pezzo della maggioranza di De Ruggieri ha chiesto al Governo di farsi carico del gap infrastrutturale e di nominare un commissario che abbia le risorse e gestisca le procedure, come per l’Expo. E’ questa la vera sfida, quanto Matera riuscirà a contare nei prossimi mesi a livello nazionale.

C’è un passaggio anche della nota post audizione che sottolinea come tra le raccomandazioni arrivate ci sia quella di “di lavorare per far entrare al più presto il Governo Nazionale all’interno della Fondazione”. A questo c’è da aggiungere la questione delle sponsorizzazioni, il legame di privati al progetto di Matera 2019. Questioni che saranno il fulcro e che dovranno essere accompagnate da una sfida di staff che dovrà partire al più presto.

Non sembrano davvero queste essere le sfide più facili e tutto parte dal Governo nazionale, dai rapporti con le istituzioni locali, da quanto il ruolo di Matera venga e verrà percepito come cardine e come simbolo per l’Italia da qui al 2019 come è stato per l’Expo.

Su questo sarà bene, sarebbe bene che si concentrassero forze ed impegni mentre oggi Matera sembra ancora divisa nella polemica sempre più fine a sè stessa sul dossier, su quanto tenerlo, quanto cambiarlo e chi porre al comando del progetto.

Oggi servirebbe, da tutte le parti, un respiro più lungo per capire da un lato che Matera 2019 non finisce con Adduce e dall’altro che non è cambiare una virgola, un punto o molto di più nel dossier che rischia di fare la differenza, quanto porre le condizioni perchè Matera colga l’occasione. Se poi c’è da aggiungere o da togliere un aspetto in particolare in una cornice già costruita non ci sarà freno o impedimento alcuno. Ma la disputa in atto è davvero fuori dal tempo. Matera sarà la capitale della cultura nel 2019. Questo è il dato acclarato e ci arriva con un progetto presentato e vincente, un percorso molto lungo da fare in termini di crescita della città, delle infrastrutture, dell’accoglienza, del turismo, della conoscenza. Sono dati oggettivi, non è più propaganda politica, perchè la campagna elettorale è alle spalle e la prossima ci sarà tra cinque anni. Oggi forse è il caso di pensare ad arrivare al meglio a Matera 2019, del dossier, del direttore, del presidente o di altri aspetti specifici interessa poco. Lo sguardo lungo che va oltre le beghe da campagna elettorale è quello che manca.

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