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PISTICCI – Violenza privata, maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona ai danni della moglie. Sono questi i reati contestati a un immigrato africano (in Italia regolarmente), che si trovava agli arresti domiciliari dopo l’intervento della Polizia a Pisticci, dove la donna -che non ha voluto denunciarlo- di fatto viveva segregata in casa.
Accertata la «situazione di gravi violenze» che la donna subiva, gli agenti sono intervenuti e l’hanno trovata con una bambina nata da due settimane. L’uomo, appena rientrato, ha trovato gli agenti e ha minacciato la moglie «di impiccarla e darla in pasto ai cani», se avesse accettato di essere portata in ospedale (per sottoporsi a cure necessarie) e se l’avesse denunciato.
La Polizia lo ha trasferito in Commissariato e la donna -alla quale, all’arrivo in Italia, il marito aveva tolto passaporto e altri documenti personali- è stata portata in ospedale, a Policoro, dove le sono stati riscontrati lividi e cicatrici, «segni evidenti delle aggressioni subìte (la bambina è stata giudicata «in buone condizioni di salute”). Nonostante la decisione della donna di non denunciarlo, l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari: la moglie è in una casa famiglia.
Il fatto è accaduto martedì con il nuovo arresto per l’immigrato africano, regolare sul territorio italiano, per violenza privata, maltrattamenti in famiglia aggravati e sequestro di persona, commessi ai danni della moglie, della sua stessa nazionalità. Gli investigatori hanno svolto un’attenta indagine che ha tratto origine da informazioni assunte sul conto dell’uomo, residente in una frazione di Pisticci, che ha evidenziato una situazione di gravi violenze commesse in ambito familiare.
Pertanto, gli operatori del Settore Anticrimine e delle Volanti, sono intervenuti presso l’abitazione dove vive il nucleo familiare, trovandovi la donna con la neonata di appena 15 giorni di vita. I sanitari hanno giudicato la piccola in buone condizioni di salute mentre sulla donna hanno riscontrato lividi e cicatrici, segni evidenti delle aggressioni subìte.
E’ emerso così che la donna, a cui il marito aveva sottratto il passaporto e altri documenti personali, da quando è in Italia, cioè da oltre un anno, veniva picchiata tutti i giorni, anche per i motivi più futili.
L’uomo le impediva di uscire di casa senza la sua autorizzazione e se non ubbidiva era costretta a subire ancor più le sue ire violente, per cui di fatto viveva segregata in casa. La vittima, con la collaborazione dei servizi sociali del Comune di Pisticci, è ora ospitata con la sua bambina in una Casa famiglia, dove potrà stare al sicuro e ricevere l’assistenza materiale e psicologica di cui ha bisogno.
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