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POTENZA – Incremento della velocità delle linee, eccessiva concentrazione degli addetti su alcuni tratti-linea, insufficienza dei sistemi di abbattimento dei fumi e di aerazione, e modifica del regime di turnazione, definito «particolarmente pesante».
Sono queste alcune delle criticità emerse da uno studio realizzato dalla Fiom a maggio e giugno nello stabilimento di Melfi della Fca, presentato ieri nel pomeriggio a Potenza nel corso di una conferenza stampa, a cui ha partecipato anche il segretario nazionale Maurizio Landini.

Il leader della Fiom ha parlato di «un peggioramento effettivo delle condizioni di lavoro», invocando «interventi da parte dell’azienda e un confronto con i sindacati».

Landini ha chiesto anche «al più presto le elezioni per i delegati alla sicurezza», evidenziando che «dove si è votato finora, ovvero nei due terzi degli stabilimenti del gruppo, la Fiom è il primo sindacato con il 30% dei consensi». Un segnale della necessità di «superare le contraddizioni, e rimettere le relazioni sindacali su un giusto binario».

A Melfi – ha aggiunto il segretario della Fiom – c’è «un disagio oggettivo: i 20 turni non sono mai stati fatti, oggi siamo a 19 e si utilizzano i permessi, segno che anche l’azienda si è accorta del disagio e della pressione sui lavoratori».
L’inchiesta sulle condizioni di lavoro alla Sata di San Nicola di Melfi, hanno spiegato il segretario regionale della Fiom, Massimo Brancato, e il rappresentante della segreteria regionale, Emanuele De Nicola, «è stata promossa per realizzare una mappatura delle principali criticità esistenti, nel contesto di una situazione produttiva in cui sono aumentati sistematicamente la velocità delle linee, le saturazioni, e di conseguenza i carichi di lavoro, nonostante l’ingresso di tanti addetti in somministrazione e trasferiti».
In particolare, secondo i ricercatori del sindacato, l’incremento della velocità della linea ha frazionato maggiormente i tempi, e ha aumentato la ripetitività delle mansioni con rischi di epicondilite, tunnel carpale e cuffia rotatoria.

In alcune mansioni, ha aggiunto Brancato, «alla lunga tutti gli operai avranno patologie e problemi muscolo-scheletrici».
In questo senso, secondo la Fiom, «alcuni investimenti realizzati dall’azienda, migliorativi delle condizioni di lavoro, sono stati sacrificati per gli obiettivi di produzione, e la modifica del regime di turnazione risulta particolarmente pesante per il sabato sera e la domenica pomeriggio: di fatto – è emerso dall’indagine – ogni lavoratore nell’arco del mese vede interessata la domenica per effetto dei fine turno del sabato sera o della domenica sera, senza considerare il turno pomeridiano».

Il sindacato ha quindi avanzato alcune proposte, tra cui il potenziamento e il rinnovo degli impianti di aspirazione dei fiumi allo stampaggio e alla lastratura, la riduzione dei ritmi di lavoro e la rivisitazione dell’applicazione dell’Ergo-Uas, il recupero dei dieci minuti nelle pause, maggiori controlli dell’Asl per l’analisi dei fumi, e il rispetto del calendario per le visite periodiche di controllo della salute: «Bisogna aprire il confronto con l’azienda – hanno spiegato i sindacalisti – perché queste cose poi non le paga il sindacato, ma ogni singolo lavoratore».

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