X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

HO scelto di non documentarmi prima di partire per le mie brevi escursioni nei paesi della Basilicata, perché mi piace ogni volta lasciarmi sorprendere dalla loro storia, dalla imponenza dei monumenti arroccati, dalla bellezza dei paesaggi talvolta aspri e talaltra dolci ,dai profumi delle erbe e dei boschi . Stabilita come meta solo Grumentum,non ho avuto tempo di visitare Grumento Nova il cui panorama puoi godere dagli scavi, ma soprattutto ho dovuto rinunciare alle passeggiate lungo le rive del Sinni, fiume dal corso tumultuoso quando si insinua fra picchi rocciosi e dall’andamento placido quando in pianura disegna morbide ed ampie anse. Ma ci sarà tempo di rimediare e comunque la visita agli scavi di Grumentum merita l’esclusività . L’area, estesa 40 ettari, è purtroppo lontana dai grandi flussi turistici e per questo non registra un’affluenza particolarmente elevata di visitatori ,però da tempo la sua importanza è stata ben compresa da studiosi italiani e stranieri i quali,dall’epoca della sua individuazione precisa (Holstenius 1666) ne hanno fatto oggetto delle loro attenzioni storico-archeologiche. “Nel 1790 Francesco Saverio Roselli pubblicava la sua Storia Grumentina, una delle prime descrizioni dei più grandi monumenti della città: il foro, i resti dell’acquedotto,la porta a sud della città,le strade principali e le numerose iscrizioni ritrovate”.” Nel corso degli anni,all’interno del parco archeologico di Grumentum,furono riportati in luce edifici di fondamentale importanza: il teatro,l’anfiteatro,i templi A e B,diverse domus,l’area sacra di San Marco,due edifici termali,uno repubblicano l’altro imperiale,e l’ampia area del foro”. Questo, e altro, scrive Ine Jacobs in una delle sue numerose pubblicazioni. Il contributo belga alla missione italiana di Grumentum”. Ma chi è Ine? Ciondolavo sotto il sole cocente fra l’erba alta degli scavi,appena lasciato il decumano ed i resti del suo colonnato per avvicinarmi,di volta in volta,alle domus per ammirarne i mosaici e poi a due grandi costruzioni ormai ridotte ai soli muri perimetrali. Ma di che si tratta? Neppure una piantina avevo (beh…questo è troppo!),vedo una tenda in lontananza ed un gruppo di giovani che non hanno l’aria da turista,mi avvicino e,da uno scavo non molto alto,dalle dimensioni di 50 mq circa,emerge una fatina bionda. Ci salutiamo sorridendo e cominciamo a scambiarci qualche frase. Hai voglia ad aver studiato francese e frequentato qualche corso di Inglese, ma quando poi devi parlare non è così semplice. Mi indica due templi, uno dedicato a Cesare e l’altro a Giove ed alcune case patrizie con terme. Mi spiegano,Ine e Tailor Lauritsen che si è avvicinato a noi, che loro sono i tutor di un gruppo di studenti stranieri che vengono qui da un po’ di anni ,per qualche settimana all’anno,per compiere ricerche finalizzate a definire aspetti ancora nebulosi della città antica e dei suoi monumenti. Ci scambiamo i riferimenti,scatto col loro consenso qualche foto spiritosa e ci salutiamo. Mi documento una volta rientrato e apprendo che la giovane fatina è la Dr. Ine Jacobs,Associate Professor of Byzantine Archeology and Visual Culture-The Ioannou Centre for Classical and Byzantine Studies,Oxford University,autrice e coautrice di numerosissime pubblicazioni, fra le quali “Il contributo belga alla missione italiana di Grumentum”. Da questa interessantissima pubblicazione,un breve compendio delle vicende storiche e dell’attuale sito di Grumentum,ho tratto le notizie virgolettate. Visito il piccolo ma ricco museo archeologico e riparto soddisfatto, grato ai professori Ine e Taylor la cui conoscenza mi ha arricchito.

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE