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PAROLE di soddisfazione, ma soprattutto di congratulazioni, per il risultato che Piero Lacorazza è riuscito a portare a casa. Il segretario regionale del Partito democratico, Antonio Luongo, si complimenta con il presidente del Consiglio regionale, dopo l’esito dell’assemblea plenaria della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative. Che si è chiusa, venerdì scorso, con l’approvazione unanime della proposta avanzata dal presidente lucano.
Tutte le regioni hanno detto sì alla proposta di portare all’analisi dei singoli Consigli regionali i quesiti referendari in materia di trivelle, non solo quelle in mare. Un risultato non scontato, a cui Lacorazza ha lavorato molto, con tre lettere inviate nelle scorse settimane ai presidenti delle altre Regioni. Il rischio era quello che l’iniziativa venisse intesa come la volontà di aprire un scontro istituzionale con il Governo centrale, soprattutto per le Regioni non interessate dalle estrazioni. Ma alla fine è passata la linea sostenuta da Lacorazza della necessità dei territori di far fronte comune su questo delicatissimo tema.
«L’approvazione unanime, da parte dell’ assemblea plenaria della proposta avanzata da Piero Lacorazza di predisporre tre quesiti al fine di porre a referendum abrogativo alcune norme del cosiddetto decreto Sblocca Italia e cosiddetto decreto Sviluppo presentato dal Governo in materia di trivellazioni in mare – ha commentato Luongo – rappresenta un importante riconoscimento alla capacità politica del Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata di determinare l’orientamento del massimo organismo rappresentativo delle assemblee elettive regionali, in una logica di condivisione anche con quelle realtà regionali non direttamente interessate dalla problematica delle possibili perforazioni petrolifere marine. Al di là delle valutazioni di merito, è senz’altro utile la discussione e l’attiva partecipazione delle istituzioni regionali alle decisioni che riguardano una visione nazionale dello sviluppo del nostro Paese».
I quesiti referendari sono relativi all’abrogazione dell’articolo 35 decreto Sviluppo dell’ex Governo Monti (trivelle in mare) e di alcuni passaggi dell’articolo 38 dello Sblocca Italia. Ora i singoli consigli regionali dovranno decidere se sostenere o meno il referendum. Ma, di sicuro, la linea affermata nell’assemblea plenaria di venerdì scorso rappresenta il primo importante banco di prova di collaborazione dei territori, anche in vista della più generale discussione sul passaggio di competenze previsto dalla riforma costituzionale del titolo V.
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