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DOPO le polemiche sulla promozione del turismo del capoluogo, alimentate anche dall’intervista del Quotidiano al direttore dell’Apt di Basilicata, Gianpiero Perri, quest’ultimo è stato ascoltato nella V commissione comunale.
«Potenza, come ‘città capitale’, andrebbe individuata prima di tutto come hub logistico. Storia, architettura, monumenti rappresentano alcuni degli aspetti che dovrebbero richiamare visitatori, così come già lo sono servizi, esigenze di vario genere, affari. Il grande tema è quello dell’attrattività, che si può esprimere attraverso una buona qualità dei servizi e alcune eccellenze, caratteristiche chiave per confermarsi anche quale punto di riferimento istituzionale, amministrativo, politico. Non esiste possibilità di coesione all’interno di un territorio senza centri in grado di aggregare: le grandi città, appunto».
Queste le dichiarazioni del dirigente nella riunione di commissione presieduta da Donatella Cutro. Presenti oltre ai membri dell’organo consiliare anche l’assessore al Turismo, Rosanna Argento e il presidente del Consiglio comunale Luigi Petrone. Nel corso del suo intervento Perri ha avuto modo di precisare che né l’Apt «né la Regione hanno finanziato in alcun modo quanto apparso sul Corriere della Sera. La vocazione turistica – ha proseguito – si estrinseca attraverso qualsiasi fenomeno di mobilità che interessi chi si reca in un luogo. I dati sul turismo, infatti, riguardano le presenze nelle strutture alberghiere, non la motivazione dei pernottamenti. Negli ultimi sette anni, fino al 2014, nel capoluogo di regione si è registrato un decremento delle presenze, con un inversione di tendenza nell’anno in corso. Va considerato – ha evidenziato il direttore dell’Apt – che la zona della Basilicata più importante dal punto di vista turistico, nella quale si registrano dati in crescita, sia dal punto di vista demografico sia da quello economico, è l’area del Metapontino che raccoglie il 63% delle presenze turistiche regionali. Il calo nel capoluogo lucano è indicativo di un impoverimento di funzioni e servizi, con una crisi che riverbera i propri effetti anche nel settore industriale e in quello commerciale, uno ‘svuotamento’ che si riflette anche sull’hinterland. In precedenza il flusso turistico che interessava Potenza era quello tipico della città capoluogo. Oggi si percepisce la necessità di rivitalizzare sia il patrimonio immateriale cittadino sia quello architettonico, chiese, musei, pinacoteche, palazzi antichi, monumenti, favorendone, per esempio, la loro fruizione in maniera permanente. Università, sport, conservatorio, il centro storico, le aree verdi, devono tornare a essere un biglietto da visita di Potenza e dei potentini. Grande attenzione va riservata agli ingressi della città e alla segnaletica stradale in generale. Si può partire da piccole e semplici cose, con le Istituzioni chiamate a svolgere quanto loro compete e assumere un ruolo di coordinatrici rispetto all’iniziativa privata, che va favorita. Potenza – ha concluso Perri – è giudicata molto meglio da chi visita la città rispetto alla percezione che ne hanno i potentini. Dobbiamo curare prima il ‘prodotto’ e poi pensare alla sua ‘promozione’». Per l’assessore Argento «è fondamentale recuperare la propria identità, per una città che rappresenta un valore per tutta la regione, mettendo in campo una strategia che persegua questo obiettivo».
La presidente Cutro, nel chiudere i lavori, ha sollecitato un monitoraggio delle diverse priorità così da includerle nell’ambito della definizione dell’Agenda urbana.
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