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POTENZA – Le segnalazioni arrivate al Comune riguardavano soprattutto l’affezione: perché era diventato così difficile seppellire i propri cari al cimitero di San Rocco? Che cosa rendeva così complessa la coesistenza del camposanto monumentale con il nuovo cimitero di contrada Montocchino?
È la storia di un contenzioso sulle sepolture che ha al centro il Comune di Potenza: sul destino del cimitero storico e sul futuro di quello nuovo.
IL RICORSO
A giorni sarà discussa al Tar di Basilicata l’impugnazione di due delibere comunali con cui l’amministrazione stabilisce criteri per l’assegnazione di loculi liberati e la realizzazione di un campo per le salme indecomposte nel cimitero di San Rocco. La Socomer – che ha realizzato con project financing il Nuovo cimitero – ritiene siano lesive dei propri interessi e non rispettino gli accordi ratificati nel 2009 per la gestione della struttura.
STOP ALLE TUMULAZIONI
A giugno 2014 l’amministrazione emana alcune disposizioni sulla gestione del cimitero di San Rocco per «risolvere qualsiasi problema possa generare interferenze» tra i due cimiteri della città. Le elezioni si erano già tenute, ma la nuova amministrazione non era ancora in carica. La firma in calce, così, è quella del sindaco protempore Pietro Campagna. In quella nota ci sono alcune raccomandazioni: senza titolo concessorio idoneo – senza, cioè, proprietà dimostrata – le tumulazioni vanno «consentite esclusivamente nel nuovo cimitero». Vale anche per le inumazioni non appena sarà pronta l’area a contrada Montocchino. Un’altra prescrizione riguarda la estumulazioni: se chiuso il ciclo trentennale delle concessione dei loculi la salma non fosse demineralizzata (e quindi pronta per la celletta ossario), «si dovrà procedere alla ritumulazione delle salme negli stessi loculi».
CONTRORDINE
A Palazzo di Città sono così arrivate segnalazioni e lamentele. Una ritumulazione comporta costi non per tutti sostenibili. Né tutti i potentini sono pronti ad abbandonare il legame con il vecchio camposanto.
Nel frattempo la nuova amministrazione De Luca è entrata in carica e si trova ad affrontare la coesistenza delle due strutture. L’ordinanza con cui Dario De Luca corregge le previsioni della nota del predecessore è dell’ottobre 2014. Il sindaco, richiamando alcune previsioni del legislatore, spiega che non può essere negato di spostare sotto terra una salma che non si sia completamente decomposta a chi possiede in concessione perpetua un loculo: il loculo deve poter essere riutilizzato. Così come deve essere possibile ricongiungere i propri cari, spostando nel Nuovo cimitero salme custodite in quello di San Rocco.
LOCULI LIBERATI
Qualche mese dopo, a maggio scorso, due delibere di giunta comunale provano a definire ulteriormente disponibilità e funzionamento del vecchio cimitero. Ma le previsioni è con il Nuovo cimitero che vanno a incrociarsi.
La delibera 112 detta alcuni criteri per l’utilizzo «dei loculi tornati liberi per restituzione prima della scadenza naturale della concessione». O per alcuni casi particolari.
La delibera 113, invece, dà mandato di realizzare un campo per gli inconsunti, cioè per le salme non decomposte, proprio per completare il ciclo di mineralizzazione e svuotare il loculo. Una previsione, del resto, contenuta già in una vecchia determina dirigenziale del 2013, fino a questo momento mai attuata.
L’AMMINISTRAZIONE
Il Comune più volte ha sottolineato che le decisioni prese garantiscono il cittadino toccato da eventi luttuosi e tutelano il cimitero monumentale: seppur con flussi deboli, tenuto in vita, non finirà nel degrado. Nella convenzione col privato, inoltre, l’amministrazione si è impegnata soltanto a non costruire nuovi cimiteri.
LA SOCOMER
Nella contesa l’altra voce è quella del privato che sul Nuovo cimitero ha fatto un investimento imponente. Oltre dieci milioni di euro fino a questo momento per una struttura che gestirà per i prossimi anni. E secondo tempistiche precise di realizzazione. C’è però un “vizio” di partenza.
La previsione su cui è stato tarato l’investimento non ha poi trovato riscontro nella realtà. A base dell’opera – e dell’avviso emanato all’epoca dal Comune – c’è la stima di circa 450-500 morti all’anno. Peccato che quella cifra, su Potenza, vada “depurata” da chi torna al paese, chi possiede già un loculo, chi chiede il ricongiungimento.
Così l’impresa si è trovata ad affrontare spese che difficilmente – in questi termini – troveranno ristoro. Con il ricorso la Socomer fa notare che nuove disponibilità a San Rocco contrastano con gli impegni presi dall’ente: il cimitero storico va monumentalizzato progressivamente.
L’INTERLOCUZIONE
Nonostante il ricorso, la Socomer e l’amministrazione hanno una strada aperta di dialogo sulla vicenda. Una possibilità per la Socomer è la rimodulazione del piano di progetto, da riformulare secondo esigenze e tempi dei decessi reali in città.
Nel frattempo, a proposito di cimitero vecchio, un dato è certo: il vecchio mercato nero o irregolare dei loculi non troverà più uno sfogo nella sanatoria. Il 31 dicembre è il termine ultimo per chiudere i conti su loculi acquisiti senza titolo.
L’ATTESA
A decidere sui loculi di San Rocco sarà il giudice amministrativo. E non sarà la prima volta che la giustizia dovrà trovare soluzione a vicende in cui un ruolo importante hanno scelte politiche, visione urbana, indirizzi.
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