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SAN NICOLA – «Ritirare i licenziamenti». E’ questo, in sintesi, il pensiero dei sindacati Fim, Fiom e Uilm in merito alla notizia della notifica ad alcuni lavoratori della Rendina Ambiente (ex Fenice) della lettera di licenziamento.

«Si tratta – sostengono in una nota – di una scelta gravissima, destinata ad aumentare le tensioni e che scarica sui lavoratori, senza risolverne alcuno, i problemi di cui è responsabile nei confronti del territorio che ne ospita le attività».

Pertanto «le organizzazioni sindacali e tutti i lavoratori, attraverso le posizioni espresse, le denunce e le iniziative di mobilitazione messe in campo, hanno sempre posto in evidenza la contraddizione tra quello che sarebbe necessario fare per dare risposte risolutive alle questioni che le istituzioni locali e la magistratura hanno rilevato con i loro atti e la scelta aziendale di ridurre il personale. In questo modo non si affrontano i problemi della produzione e della sostenibilità ambientale della stessa, che vanno risolti con gli opportuni investimenti, e si colpiscono immotivatamente i lavoratori e le loro famiglie. La situazione è molto grave e nessuno può restare a guardare». Da qui la richiesta delle organizzazioni sindacali.

«Questo – dicono – è il momento della responsabilità, finora dimostrata solo dai lavoratori che hanno garantito il servizio di termodistruzione in condizioni estremamente precarie e nonostante le scelte penalizzanti il loro salario da parte dell’azienda. Abbiamo chiesto nelle scorse settimane alla Regione Basilicata di adoperarsi affinché, attraverso un confronto tra tutte le parti, venissero individuate le soluzioni ai problemi reali e scongiurati i licenziamenti, possibili in qualsiasi momento al termine della procedura di legge; così come abbiamo chiesto all’azienda di fermarsi e di rendersi disponibile a questo percorso. La scelta dell’azienda di procedere con i licenziamenti lo rende ancora più necessario. Il Presidente della Giunta Regionale assuma nelle sue mani l’iniziativa di convocare con urgenza azienda e sindacati, sottoponga delle proposte precise, agisca nei confronti dell’azienda affinché revochi immediatamente i licenziamenti».

Sulla vicenda è intervenuto anche il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gianni Leggieri. «Cosa si nasconde dietro questa nuova mossa dell’azienda? Forse si tratta dell’ennesimo tentativo di fare pressione su chi governa per ottenere vantaggi dal ciclo di smaltimento dei rifiuti?» si chiede «domande – aggiunge – che naturalmente cadono nel vuoto e che chissà quando e se avranno una risposta».

«Non possono pagare sempre e soltanto i cittadini, i lavoratori, i soggetti più deboli di questo meccanismo perverso».

«La politica – conclude – ha il dovere di prendere in mano la situazione e di intervenire». Per questo Leggieri ha chiesto agli assessori competenti di aprire «un tavolo di concertazione e di utilizzare tutti gli strumenti in possesso della politica per risolvere il problema e per sostenere questi lavoratori e per costringere la Rendina Ambiente srl a rispettare patti e prescrizioni»

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