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POTENZA – Sarebbe sotto organico di più di 30 unità la polizia penitenziaria della casa circondariale di Potenza. E questo, in un carcere che non soffre per il sovraffollamento ma ha comunque al suo interno 140 detenuti, crea non pochi problemi. La polizia penitenziaria attualmente lavora secondo una turnazione di 3 turni di 8 ore.
A oggi, dall’inizio dell’anno, sarebbero almeno tre gli episodi di aggressione al personale penitenziario che presta servizio al carcere del capoluogo. E’ quanto denuncia Vito Messina, del sindacato Uspp Ugl, in occasione della visita ieri della delegazione di Fdi-An, composta da Gianni Rosa, Donato Ramunno, Alessandro Galella e Giuseppe Giuzio, in rappresentanza dell’intero
partito, sia a livello locale che nazionale, decisa proprio in seguito all’ultimo atto di violenza che ha avuto come vittima qualche giorno fa un addetto al comparto dell’assistente capo della polizia penitenziaria. Ad accogliere i rappresentanti, il direttore della struttura di Melfi, Oreste Bologna, in assenza del direttore Michele Ferrandina, e il comandante commissario capo Rocco Grippo.
La struttura, a primo impatto, non ha destato sdegno come spesso avviene in altre carceri italiane, nè ha mostrato particolari criticità, almeno per quanto concerne la pulizia e la sistemazione dei detenuti nelle celle. Il problema fondamentale, infatti, riguarda la carenza di organico e i conseguenti problemi di sicurezza e di incolumità del personale interno al carcere.
Un problema a quanto pare nazionale e comune anche agli altri istituti penitenziari della regione, Matera e Melfi, ma che a Potenza è più accentuato.
Afferma Gianni Rosa, capogruppo del partito in consiglio regionale: «Queste sono le conseguenze di una spending rewiew che fa tagli indiscriminati. Ci sono dei settori, come questo, in cui i tagli non si possono fare.
Non è possibile che non ci siano concorsi per direttori degli istituti penitenziari da 20 anni e che non ci siano nuove assunzioni.
Si tratta delle sicurezza nostra e dei poliziotti penitenziari. Ecco perchè il nostro impegno è di portare queste istanze in Parlamento attraverso la nostra rappresentante nazionale Giorgia Meloni». Aggiunge Messina: «Questi sono problemi che denunciamo da anni. Non ci sono concorsi nonostante i pensionamenti e il turnover. Siamo costretti a svolgere cariche che non ci competono come quelle dei sottoufficiali, figuredi cui siamo maggiormente in deficit.
Da qui nascono quegli episodi che difficilmente potremmo evitare continuando di questo passo».
La situazione, infatti, se non sono previste riforme a livello nazionale, potrebbe soltanto peggiorare. 

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