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POTENZA – Dai vertici della Regione arriva un «parere» che sa tanto di aut aut: i controlli di Arpab su acque potabili e quant’altro riguardi la salute umana devono proseguire.

Nonostante la mancata approvazione del bilancio da parte del Consiglio regionale. Lì dove invece potrebbe far prima una riforma, che prevede di bandire subito una selezione per il successore del dg in carica, anticipando di un anno e mezzo la fine del suo mandato.

Così il diretto interessato non le manda a dire: rivendica la bontà del suo operato, rispedisce al mittente le richieste di dimissioni, accusa neanche tanto velatamente via Anzio di «interruzione di pubblico servizio», e spiega la situazione con gli «interessi scottanti» compromessi da alcune scelte compiute negli ultimi mesi.
Da frontiera della tutela dell’ambiente contro le minacce che incombono da Melfi alla Val d’Agri, a campo di battaglia ideale per la politica lucana. Con una coalizione eterogenea tra chi critica nel merito alcune decisioni, Cgil in testa, e chi forse intravede la possibilità di mettere in crisi per la prima volta l’azione di governo “solitaria” di Pittella, pensando già a un prossimo rimpasto di giunta. Se non proprio alle elezioni che verranno poi. Con vari egoismi a eccitare il tutto.

Sembra sempre più questo sotto il sole di ferragosto l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, più o meno paralizzata dal caso del bilancio previsionale “fantasma” del 2014. Perché anche sul punto pare che esistano opinioni discordanti. Col medico-dg Aldo Schiassi a denunciare i controlli «impossibili» sull’ultima moria di pesci nel venosino, e l’omologo della presidenza della giunta, Vito Marsico, che ieri sera dalle frequenze della Tgr tranquillizzava tutti.

«Se qualcuno vuole contestarmi delle responsabilità per la situazione del bilancio ci sono sedi proprie per discuterne nel merito, anche giudiziarie». Tuona Schiassi col Quotidiano. Come sapesse della nota della Cgil, che ieri gli addebita proprio questo.
Per il segretario regionale Angelo Summa: «Di solito, quando un dirigente si insedia alla guida di un ente la prima cosa che dovrebbe fare è vedere lo stato di salute contabile e finanziario della struttura che va a dirigere».

Mentre Schiassi: «invece di preoccuparsi di far funzionare l’Agenzia (…) tenta di scaricare le proprie responsabilità sulle istituzioni».

Per il sindacalista, l’Arpab può continuare a funzionare regolarmente, e al dg è impedito soltanto di elargire nuovi incarichi. «Probabilmente però questo è il vero rammarico del dottor Aldo Schiassi – insiste Summa – visto che ha trasformato l’Arpab in un vero e proprio incarichificio».

Su una cosa però entrambi concordano, ed è che a questo punto sarebbe «opportuno» un intervento del governatore
«In questi mesi abbiamo lavorato più che negli ultimi 10 anni». Ripete il medico-manager. «Abbiamo tagliato gli affitti, eliminato gli incarichi legali esterni, chiuso Fenice, avviato i controlli sulle diossine, e tante altre cose. Vogliono approvare una riforma dell’ente scritta anni fa, mentre a Roma vanno in direzione opposta ed Eni avvia la quinta linea del centro oli di Viggiano? Io sono stato chiamato a cambiare le cose, in un’agenzia con un 40% di amministrativi contro una media nazionale del 20, e per questo non me ne vado di certo. Anche se mi sento sinceramente sfiduciato».

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