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POTEVA essere l’occasione per ritrovare lo spirito dell’accoglienza e della “permanenza” per una cinquantina di immigrati in attesa da troppo tempo dei documenti per chiedere asilo politico.

Dopo la rivolta del 31 luglio. Ieri invece, a Sasso di Castalda, anche una partitella di calcetto tra “locali” e “ospiti” è finita in rissa bianchi contro “neri”.

«Ormai l’ordine pubblico non è più garantibile». Sono le uniche parole che il sindaco Rocco Perrone ha voluto ribadire.

Lo scontro è avvenuto sul campetto del tradizionale torneo di calcetto estivo, organizzato nell’ambito degli eventi preparatori alla festa patronale, per una decisione dell’arbitro poco gradita alla squadra dei richiedenti asilo.

Ad avere la peggio è stato un ragazzo del posto intervenuto in soccorso del fischietto. «Si sta riprendendo dallo spavento, nulla di rotto per fortuna».

Ha spiegato la madre, Maddalena Langone, al Quotidiano. «Io sono dalla parte di queste persone – ha aggiunto – ma si capisce che sono incattiviti da situazioni e vissuti dolorosi, alcuni di loro sono qui da due anni e sono esasperati. La paura non fa rima con razzismo – conclude – ma non ci sentiamo tutelati rispetto al loro numero. Qui a Sasso siamo 800 abitanti, senza un presidio militare».

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