2 minuti per la lettura
CHIAROMONTE – La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la protesta di sabato scorso, quando un gruppo di immigrati, ospiti del centro di prima accoglienza gestito dalla cooperativa “Senis Hospes”, ha cercato di dare fuoco a un giardino. L’intervento poi dei militari dell’Arma della compagnia di Senise, ha evitato il peggio.
A due giorni dagli eventi (ma secondo altre testimonianze sarebbero diverse le proteste degli ospiti) il sindaco Valentina Viola prende carta e penna e scrive al ministro dell’Interno, Alfano e al prefetto. Il tutto è partito nel gennaio scorso.
«Da allora sono stati accolti sul territorio comunale numerosi immigrati, in alcuni periodi oltre 100 contemporaneamente, offrendo loro ricovero anche presso strutture diverse da quella individuata dal suddetto accordo quadro. Tutto ciò è accaduto senza la necessaria concertazione tra gli uffici prefettizi e l’Ente che rappresento e, in alcune circostanze, senza la doverosa attività informativa che questioni tanto delicate richiedono. In diverse occasioni, infatti, ho significato alla Prefettura, con lettere il più delle volte rimaste inevase, la preoccupazione legata alla presenza in paese di un così elevato numero di migranti».
«Chiaromonte – continua il sindaco – è un paese di soli 1.954 abitanti, di cui solo 1.000 effettivamente residenti, e non dispone di strumenti e mezzi in grado di sostenere e supportare un così alto numero di immigrati. Abbiamo segnalato più volte al Prefetto di Potenza le difficoltà che la cittadinanza vive, evidenziando i rischi e i disagi emersi, sia sul piano igienico-sanitario che per l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini chiaromontesi».
Ma la situazione è andata peggiorando nel tempo.
«Come sindaco, – sostiene – ho più volte cercato di tranquillizzare la popolazione, confidando sul fatto che presto il numero eccessivo di migranti sarebbe diminuito, in virtù di una necessaria ed equa accoglienza e distribuzione sul territorio regionale». Nonostante il numero di migranti, in rapporto alla popolazione, non dovrebbe superare le 40 unità «con nota del 30 luglio 2015, il Comune di Chiaromonte ha avuto notizia dalla Prefettura che, il numero degli ospiti presente nel CPA di Chiaromonte rimane di 70 unità».
«A ciò si aggiunga che, nelle ultime settimane, si sono verificati due gravi episodi di disordine pubblico nella struttura del Cpa, rientrati con l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno allarmato ulteriormente la popolazione che rappresento. Pertanto mi rivolgo a Lei, Sig. Ministro, ed alla Sua sensibilità, per chiederLe di intervenire presso gli uffici preposti, affinché si adoperino immediatamente per trasferire gli immigrati presenti in eccesso nel Cpa di Chiaromonte e si impegnino per distribuire in futuro in maniera più equa i migranti sul territorio. L’accoglienza dei migranti è un dovere così come garantire la sicurezza dei nostri cittadini».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA