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L’APPUNTAMENTO, dice Gianni Rosa, è di quelli fissi che arrivano sul limitare della stagione. La giunta regionale finanzia eventi e sagre dell’estate lucana.

Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia è da quell’elenco che parte per alcune valutazioni (più qualche cifra allegata,).
La novità per il 2015, aggiunge ironico Rosa, è «una nuova invenzione lessicale: “eventi latamente culturali”». È questa la definizione con cui la giunta identifica alcune manifestazioni finanziabili, anche se non rappresentano «uno specifico bene culturale intangibile e unanimemente riconoscibile».

Nella variegata geografia delle manifestazioni culturali e popolari che costruiscono il cartellone della stagione estiva in Basilicata, Rosa fa notare l’assenza dei due capoluoghi. «Le feste patronali di Potenza e Matera, seppur candidate dai rispettivi Comuni, non ricevono nulla». A Matera resta un contributo almeno nell’elenco degli eventi “collaterali”, con un fondo di circa 57.000 euro per il “vernacolo materano” e la “festa patronale di Sant’Eustachio”, per un totale finanziato di 57.500 euro. «Potenza, invece, non ha candidato altri eventi».

Il dato principale è la spesa complessiva (nella pagina seguente riportiamo le principali voci della delibera, con la maggior parte degli eventi finanziati, ndr).

«La coesione istituzionale (i contributi concessi ad alcuni Comuni in sede di assestamento, ndr) quest’anno ha imposto un po’ di austerity: solo 2.600.380 euro, rispetto ai 4.695.000 euro del 2014, che andranno a finanziare 196 feste e sagre lucane».
Con quale strategia si sceglie che cosa finanziare? «Le risorse del Por Fesr Asse IV 1.2.B dovrebbero servire alla “realizzazione di grandi eventi a carattere nazionale e internazionale in siti naturali e luoghi di cultura regionali” – ricorda Rosa – ma siccome in Basilicata non si riesce a organizzare neanche un evento che coinvolga l’intera Regione, figuriamoci nazionali o addirittura internazionali, e siccome c’è da spendere i fondi europei per non incappare nel disimpegno, si dispensano e si disperdono nel finanziamento di qualche festa di paese».

Non si capisce bene, dice Rosa, quali siano i criteri di selezione. Nella delibera si fa solo riferimento a una task force che ha predisposto «l’elenco degli eventi che rappresentano il patrimonio culturale intangibile della Basilicata» e che ha stilato anche l’elenco delle iniziative che hanno «una dimensione almeno latamente culturale».

Risultato? «Addio definitivo agli eventi nazionali ed internazionali».

Una cosa è chiara: il meccanismo di determinanzione dell’importo da finanziare. «Per le iniziative già finanziate nel 2014 si prende a riferimento l’importo finanziato l’anno precedente». A quella cifra si assegna ora un corrispettivo: fino a 25.000 euro finanziamento per intero, da 25.000 a 50.000 euro il 70% e per gli importi superiori al 50.000 euro solo il 50%.
«Per le iniziative nuove ovvero che non erano state finanziate lo scorso anno l’importo è 10.000 euro o meno se l’importo richiesto è inferiore».

Un’occhiata veloce all’elenco – lungo alcune pagine – ed ecco emergere alcuni dati significativi. Si va dai 72.500 euro per il Cinespettacolo della Grancia (il Comune di Brindisi ne aveva chiesti 500.000) ai 1.000 euro assegnati ai festeggiamenti in onore a San Rocco di Ferrandina.

«Vengono finanziati il premio San Fele d’oro che ha organizzazione campana e il Lauria Folk Festival con 13.000».

La critica del consigliere regionale guarda soprattutto al metodo. «Come al solito si finanzia di tutto e senza alcun criterio. A esempio, perché gli eventi Porklandia di Picerno, Aglianica di Rionero e la Sagra della Castagna di Trecchina, per citarne alcuni, l’anno scorso erano stati inseriti dal panel di esperti nel patrimonio immateriale, culturale, enogastronomico e ambientale della Basilicata e oggi sono declassati dalla task force a “eventi latamente culturali”? Cosa è successo in un anno?».

È «l’amara constatazione di come vengono utilizzati, male, i fondi europei che dovrebbero servire per lo sviluppo e vengono spesi per distribuire un po’ di soldi». È questa la spesa utile? «C’è chi, come Pittella, si esalta perché la Basilicata spende l’80% dei fondi europei. Ma a sperperare i soldi sono bravi tutti, è farli fruttare che è la vera impresa di chi amministra».

sa.lo.

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