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VULTURE – L’accoglienza degli stagionali, ha sempre rappresentato uno dei problemi dell’estate lucana. Sono già diversi, infatti, i migranti che scelgono di stare in vecchi casolari abbandonati e degradati costruiti negli anni 50 dall’Ente che attuò la Riforma Agraria.
Con la campagna dell’oro rosso alle porte, la Croce Rossa ha già stilato un cronoprogramma per l’apertura di strutture, sul modello dello scorso anno che hanno come obiettivo quello di dare una degna accoglienza agli stagionali. Chi in questi anni è sempre stata in prima linea è la Caritas diocesana di Melfi guidata da Giuseppe Grieco. A lui abbiamo rivolto alcune domande per capire “lo stato dell’arte”.
Qual è la situazione attuale.
«Quest’anno alcuni fabbricati sono stati abbattuti dai proprietari ed i migranti vi hanno costruito baracche con materiali di risulta coperti da teli di plastica e pertanto risultano pericolanti se vi sono forti temporali. Si è in attesa dell’avvio del centro di accoglienza che la Regione Basilicata, attraverso la task force istituita lo scorso anno, ha individuato a Venosa e Palazzo S. Gervasio. Attualmente un centinaio di braccianti stagionali dimorano a Boreano e zone limitrofe disponibili ad effettuare lavori nei campi ed un altro numero (100/150), in attesa della raccolta del pomodoro, si sono trasferiti nel Foggiano ed a Nardò».
Cosa fa la Caritas Diocesana per fronteggiare una simile emergenza?
«La diocesi di Melfi, attraverso l’organismo Pastorale della Caritas, cerca di rispondere adeguatamente a quella che è definita da anni “Emergenza Immigrazione”, forte dei continui richiami di Papa Francesco e delle indicazioni pastorali del Vescovo Gianfranco Todisco. Dal 2009, dopo la chiusura del centro di accoglienza di Palazzo S. Gervasio, la Diocesi di Melfi ha dovuto fronteggiare la drammatica situazione dei migranti prima da sola poi in collaborazione con la Provincia di Potenza e con altre associazioni locali. Nel 2014, in occasione della nostra presentazione del Report su Boreano, abbiamo chiesto ed ottenuto dal Presidente della Regione che si costituisse una Tasck Force per fronteggiare la situazione relativa all’accoglienza dei migranti. Dallo scorso anno siamo pertanto impegnati a fornire ai migranti informazioni e strumenti per evitare di cadere nella rete dei caporali attraverso il Progetto Presidio».
Può descrivere sinteticamente Il “Progetto Presidio?”
«Il progetto, attraverso un punto fisso localizzato a Venosa e un Camper itinerante nei campi, offre ai migranti accoglienza, ascolto e accompagnamento. In particolare, con operatori specializzati, garantisce consulenza, assistenza e orientamento legale gratuito. Inoltre, si attua anche segretariato di informazione professionale ed orientamento al lavoro con contatti con il Centro per l’impiego, con gli imprenditori agricoli locali, con le associazioni datoriali e con i sindacati. Viene assicurato l’orientamento ai servizi e agli uffici preposti presenti sul territorio attraverso la presenza costante sui luoghi di lavoro, ed anche sostenendo i migranti nella gestione delle pratiche amministrative specifiche di accesso (comuni, associazioni, punti sanitari, ospedali, questure, prefetture e rinnovi permessi di soggiorno, dichiarazioni di ospitalità, eventuali ricongiungimenti familiari, cittadinanze, tessere sanitarie, documenti di riconoscimento etc».
Quale scenario si presenta a chi si reca a Boreano?
«Il triste scenario che accompagna il tema del lavoro dei migranti è costellato da ingiustizie sociali, diseguaglianze economiche, diritti negati e soprattutto quello sfruttato, vilipeso e spesso schiavizzato. Il bracciantato agricolo, ed in particolare quello della manovalanza, migrante nella raccolta del pomodoro, incontra difficoltà nell’ottenere contratti di lavoro regolari, difficoltà nell’ottenere il rinnovo del permesso di soggiorno, problemi di domicilio che rendono difficoltosa la gestione della pratica di rinnovo del permesso di soggiorno ed infine difficoltà di ottenimento di una regolare residenza».
Quali sono le sue considerazioni in merito alla presenza dei migranti?
“Faccio notare che la Caritas Diocesana di Melfi Rapolla Venosa da sei anni è impegnata, tutto l’anno, in un lavoro improbo e difficile su un territorio vastissimo. La testimonianza di un impegno continuo e duraturo senza sosta alcuna viene sottolineata dalla grande operosità dimostrata dai volontari durante lo scorso inverno, quando alcuni africani rimasti intrappolati a causa della neve nelle campagne di Boreano sono stati sostenuti, sia umanamente che moralmente, da quanti hanno prestato la loro opera di soccorso, offrendo accoglienza in abitazioni calde, distribuendo derrate alimentari, indumenti e coperte».
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