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MATERA – Il sindaco Raffaello De Ruggieri non può non ricordare Michele D’elia, suo compagno di grandi progetti e straordinario protagonista del mondo culturale. Lo fa ricordando la genesi dell’Istituto superiore di restauro che tra poco aprirà finalmente i battenti a Matera, superando un’altra sfida durata a lungo con Lecce che voleva fortemente essere sede di questo prestigioso ente.
«E’ una lunga marcia nata nel 1984.

Michele D’Elia stava affrontando la conservazione dell’esercito dei Santi, sottratti alle chiese distrutte dal terremoto. Aveva rastrellato statue e quadri riunendole in “campi di infermeria” in Basilicata.

A Matera fu scelta la chiesa del Carmine e si cominciò a discutere di questo problema. D’Elia aveva visioni lontane come me e riflettemmo sulla possibilità di usare un capannone per ospitare queste opere.

nel frattempo arrivarono i fondi per investimento e occupazione e sorse subito l’ipotesi della costruzione di questa struttura. Fu pensato come un’opificio per fare entrare gli autotreni con le opere. Pensammo di rendere stabile l’operazione con il Ministero. Intanto il Comune aveva ceduto due ettari di suolo e fu realizzato “mazinga” (l’attuale laboratorio di restauro). Le pressioni dell’epoca non sbloccarono però l’operazione della scuola di restauro, invece di recente abbiamo potuto procedere. Matera è stata scelta mentre D’Elia era diventato direttore scientifico di Zetema e così abbiamo contatto l’Istituto centrale del Restauro. Il progetto giunge in dirittura di arrivo con l’apertura della prima sezione distaccata.

L’iniziativa è stata presentata ieri mattina alla Regione.

L’offerta formativa sarà ospitata nell’Ex Convento di Santa Lucia Nova, in una superficie di 1500 mq recentemente ristrutturata dal Comune e attrezzata con laboratori scientifici e atelier di restauro tecnologici. Due i percorsi formativi professionalizzanti: “Materiali lapidei e derivati, superfici decorate dell’architettura” e “Manufatti dipinti su rapporto ligneo e tessile”. E’ stato emanato il bando per 20 allievi, le domande scadono il 4 settembre.

«Ringrazio il presidente Pittella per l’occasione di presentare questo progetto partito nel 2006 – ha sottolineato la direttrice Capponi – che ha individuato Matera quale luogo ideale e che sottrae alla formazione di bottega la figura del restauratore per farlo diventare professionista di rispetto».

Anche la Rettrice dell’Università della Basilicata Aurelia Sole ha sottolineato l’importanza del risultato raggiunto. «Oggi è una giornata bellissima – ha sostenuto – per consolidare tutti gli studi sulle professionalità». Anche il capo di Gabinetto del ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Giampaolo D’Andrea ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile quest’operazione.

«Matera non è più una città di turismo elitario. Oltre all’immenso patrimonio culturale e archeologico della regione, la rete dell’accoglienza turistica può fare sistema con le regioni vicine per la singolare continuità archeologica e architettonica. Ci sono in campo altre collaborazioni con i Paesi del Mediterraneo per formare nuovi profili professionali».

«Oggi giunge a compimento – ha concluso Pittella – una straordinaria realizzazione e un’idea di regione che prova a recuperare attraverso una visione politica molto chiara quella posizione di centralità verso Mediterraneo e Balcani. Una regione consapevole della sua storia millenaria che intende dare contenuti a Matera 2019 con l’alta formazione e il restauro, attività legate alla mano dell’uomo e agli antichi mestieri coniugando anche l’innovazione».

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