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POTENZA – Maltrattavano i bambini «con condotte abituali di ingiurie, minacce, percosse, instaurando un clima immotivato di terrorismo psicologico, gravemente pregiudizievole per la serena crescita anche scolastica degli stessi, tanto da cagionare loro inquietudine e paura».

Le due maestre della scuola dell’infanzia di Atella, sottoposte a misura cautelare del divieto di dimora e dell’interdizione dell’esercizio della professione nello scorso mese di marzo, quando emerse la vicenda, sono chiamate a difendersi dalle gravi accuse nel corso del processo appena iniziato a Potenza.

Le immagini riprese dalle videocamere dei carabinieri mostrano le condotte violente delle insegnanti sui bambini della pluriclasse.
Erano state le denunce di alcuni genitori a indurre gli investigatori dell’Arma ad approfondire cosa accadeva in quella scuola, allarmati dal racconto di un bambino che un pomeriggio si era messo del nastro adesivo sulla bocca e aveva spiegato ai genitori che era una delle maestre a ripetere quel gesto quando non voleva sentire parlare i bimbi.

Il quadro disegnato nel corso delle indagini è desolante. Agli scappellotti e alle reazioni violente delle maestre si aggiungono ingiurie verbali e vero e proprio terrorismo nei confronti dei piccoli. Offese del tipo «delinquenti», «ciucci», «animali», «vermi» fino a «mi chiedo al mondo tu che ci stai a fare, ignorante».

In un caso a una bambina sarebbe stato persino impedito di andare al bagno: «fattela sotto la pipì, non me ne importa proprio». In un altro invece la maestra incuteva terrore mentre parlava della disobbedienza: «Dio, quando Adamo ed Eva hanno disobbedito, li ha cacciati dal paradiso e io che dovrei fare? Cacciare da scuola?». E ancora: «cacciare dal paradiso vuol dire che devi avere una vita di dolore, di sacrifici, di malattia, di vecchiaia e morte. Questo significa che quando si disobbedisce si fa il peccato più brutto che esiste. Quando io dico non si gioca e tu giochi, fai il peccato più brutto che esiste al mondo. Non è cacciare da scuola è cacciare dalla vita. Tant’è che Dio ci fa morire. Cacciare dalla vita, morte, malattia, vecchiaia e morte».

E per rincarare la dose, la maestra continuava contro il bambino: «Nemmeno i diavoli ti vogliono all’inferno, nemmeno quelli».

Nell’interrogatorio di garanzia le maestre non hanno giustificato le loro condotte ma hanno dato la colpa ai troppi bambini a cui badare, considerando che si tratta di una pluriclasse, e al personale insufficiente. Uno stato di “sovraffaticamento” che sembra tuttavia non poter spiegare il metodo didattico e correttivo che in quella scuola veniva adottato. C’è di più, una delle insegnanti aveva chiesto di essere sottoposta a una visita medica per problemi psicologici.

Il processo è stato appena incardinato e la seconda udienza si terrà nel mese di novembre. Tra i testimoni chiamati dalla difesa c’è anche don Gilberto Cignarale, parroco di Atella che aveva difeso una delle maestre (frequentatrice della parrocchia) nell’omelia durante la messa che ha seguito l’episodio.

«Venerdì mattina -aveva detto- qualcuno è andato a casa delle due maestre come se fossero dei ladri. Ogni giorno insegnavano nella scuola, con tante difficoltà e problemi. Io non voglio giustificare la violenza, chi mi conosce sa che non tollero la violenza. Però dico anche che può succedere che scappi uno schiaffo», e invitava la sua parrocchiana «a tornare in questa chiesa».

Ad assistere le famiglie dei bambini che si sono costituite come parti civili ci sarà l’avvocato Giulio Cenobbio del foro di Genova, già in passato impegnato in processi su medesime tematiche. Alla prossima udienza – ha anticipato all’Adnkronos – chiederà al giudice una perizia per valutare le lesioni di natura psicologica sui bambini e poter configurare così un’aggravante del maltrattamento nei confronti delle due maestre.

l.amato@luedi.it

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