Se anche la classifica delle università certifica la polarizzazione nord-sud

Sulle prime pagine dei quotidiani oggi in edicola la notizia del rapimento dei quattro italiani si prende quasi tutte le aperture e lo sfoglio delle prime pagine di approfondimento: a 60 chilometri da Tripoli rapiti 4 dipendenti della ditta Bonatti, che lavora con l’industria petrolifera; rientravano dalla Tunisia e forse sono in mano alle milizie tribali. Sulla Stampa un doppio approfondimento firmato da Domenico Quirico e Maurizio Molinari sugli scenari estero ed interno, con la pista Jihad che si affianca a quella del sequestro per soldi.

La crisi greca cede via via spazio a quella siciliana: Repubblica intervista Lucia Borsellino, il Corriere della Sera il governatore Rosario Crocetta al centro della polemica sulla frase offensiva pronunciata al telefono dal primario palermitano Tutino. Nel suo punto politico quotidiano sul giornale diretto da Ezio Mauro, Stefano Folli argomenta come la “trincea” di Crocetta porti consensi all’antipolitica dell’elettorato, anche deluso, del Movimento 5 Stelle. Intanto si parla anche per la Sicilia di un sempre più probabile voto in primavera in occasione del voto amministrativo a Roma, Milano e Bologna.

Atene paga i suoi debiti con Bce e Fmi (è il titolo scelto dal Sole24Ore per l’apertura e dal Messaggero nelle pagine interne) con Piazza Affari ai massimi dal 2009.

Nella sezione Esteri un titolo per la riapertura dell’ambasciata cubana a Washington, mentre sul fronte immigrazione l’Italia e la Grecia saranno destinatari di 32mila profughi (ne mancano 5mila rispetto all’obiettivo) ed è polemica sulla richiesta di Renzi ad Alfano di rimuovere il prefetto di Treviso dopo la vicenda delle barricate xenofobe.

Sul Sole24Ore la classifica delle migliori università (dati Miur/Anvur) che acuisce la polarizzazione nord-sud: nessun ateneo tra i primi 10 posti né su scala assoluta né relativamente a didattica e ricerca.

Infine, su molte prime pagine la notizia della morte di Elio Fiorucci, 80 anni, lo stilista che rese la moda italiana “democratica”.