3 minuti per la lettura
VIGGIANO – «Trasparenza, condivisione e ambiente». Queste le parole chiave sintetizzate dal responsabile del distretto Eni meridionale (Dime), Enrico Trovato per introdurre alle istituzioni e alla comunicata locale, il terzo rapporto di “Eni in Basilicata, Local Report 2014”, presentato nel corso di un incontro svoltosi ieri mattina a Viggiano. Un bilancio di sostenibilità del Dime, certificato da Ernest e Young, che illustra i risultati raggiunti e i progetti futuri della compagnia petrolifera in Basilicata. Il quadro, completo dei dati e delle iniziative in tema di lavoro, sviluppo locale, salute e sicurezza delle persone, ha dedicato un posto di privilegio alle tematiche ambientali.
«Nel 2014 – ha spiegato Trovato – abbiamo fatto, ulteriori importanti passi avanti nella costruzione di nuove rete di monitoraggio ambientale, fiore all’occhiello quella microsismica, capillare e all’avanguardia». «La rete di monitoraggio – ha continuato il responsabile del Dime – comprende diverse matrici ambientali con una presenza di circa 8 punti di monitoraggio per chilometro quadrato, a fronte di una densità abitativa pari a circa 60 abitanti. Inoltre, è stato avviato nel 2014 un innovativo progetto di monitoraggio dei composti odorigeni, unico al mondo costituito da una rete di otto nasi elettronici, in grado di riconoscere e classificare l’odore con un indice di accuratezza di circa il 70 per cento».
«Eni – ha aggiunto il capo del Distretto meridionale – considera la tutela ambientale come una componente essenziale di sviluppo sostenibile nella realizzazione dei propri progetti industriali e integra tale obiettivo nelle proprie attività operative».
Snocciolati i dati poi sull’occupazione. Dal rapporto emerge che l’estrazione petrolifera in Basilicata spinge il reddito e l’occupazione e il valore degli immobili nei comuni della Val d’Agri. Nel 2014 il numero degli occupati nel settore petrolifero in Basilicata è pari a 3.530 in aumento del 23,2 per cento rispetto al 2013 e del 45,4 per cento sul 2012.
Il 54 per cento dei lavoratori dell’indotto è residente in Basilicata. Per quanto riguarda i dipendenti diretti, il Dime presenta un organico pari a 409 persone, in crescita del 17,5 per cento rispetto al 2013. Tutti i lavoratori del Dime sono assunti a tempo indeterminato.
Dalla Val d’Agri provengono, inoltre, i mille e trecento cinquanta milioni versati dal 1998 come royalty, a cui si aggiungono altri 290 milioni del fondo idrocarburi. Un flusso di denaro che incide sulla capacità di spesa dei comuni per i servizi. Infatti, in base a uno studio Nomisma, nei municipi che ricevono i fondi provenienti dalle estrazioni il valore di spesa per residente è di 2.681 euro, il doppio della media nazionale (1.382 euro).
Ma il petrolio ha prodotto anche la crescita del reddito locale. Secondo l’approfondimento Nomisma, contenuto nel report Eni, che cita i dati dell’agenzia delle Entrate, l’area del sistema produttivo di Viaggiano-Marsicovetere ha avuto un andamento in controtendenza rispetto alle dinamiche della crisi.
Negli ultimi sette anni il reddito medio è cresciuto da 19mila a 20mila euro, con punte di 22mila euro a Marsicovetere, il 25 per cento sopra la media regionale. Le attività connesse alla concessione hanno anche influenzato il mercato immobiliare.
La quotazione degli immobili, fra il 1996 e il 2014, è cresciuta dell’80 per cento (63 per cento la quota nazionale) e, nonostante il crollo del mercato italiano, i valori di cessione si sono mantenuti stabili. Presentato anche il nuovo sito “Eni in Basilicata”, da parte del digital comunication manager Eni, Roberto Ferrari. Un saluto è stato fatto anche dal neo direttore, Europa Meridionale e Orientale di Eni Upstream, Carlo Vito Russo. I
lavori, invece, sono stati introdotti dal responsabile delle relazioni istituzionali locali di Eni, Francesco Manna.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA