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MELFI – L’indotto non riesce a stare dietro alla produzione dello stabilimento Fca di Melfi. E per questo gli operai della Sata sono costretti a fermarsi per il mancato arrivo dall’estero di componenti per Jeep Renegade e 500X , particolarmente richiesti dal mercato.
«Il terzo stop in poche settimane per la produzione nello stabilimento Fca di Melfi – scrive il consigliere regionale Michele Napoli (FI) – conferma che è indispensabile verificare l’attività dell’indotto e sostenere l’impegno di riconversione delle aziende che già operano a San Nicola di Melfi e devono adeguarsi alle nuove commesse e alla riqualificazione del personale anche attraverso una formazione o un aggiornamento professionale mirati».
Ma c’è anche un altro versante legato alla produzione Fca su cui la Basilicata ha bisogno di un’accelerata.
«Bisogna accelerare i tempi di attuazione del Campus Tecnologico destinato a diventare il cervello dei nuovi modelli e della competizione internazionale specie dopo l’individuazione del target medio-alto di qualità», continua il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale Michele Napoli.
«Non è tollerabile che le commesse di componentistica siano realizzate all’estero nonostante l’area industriale di San Nicola di Melfi abbia tutte le carte in regola per infrastrutturazione e servizi per ampliare l’offerta dell’indotto».
L’attacco politico: «Per il presidente Pittella, dopo i selfie e le strette di mano con Marchionne e gli operai in occasione della recente visita a Melfi, si impone la necessità – sostiene Napoli – di passare a una fase diversa che è quella di dare risposte alle esigenze riferite ai servizi di logistica e infrastrutturali che più volte sono stati sollecitati per accompagnare la nuova impegnativa mission affidata al polo auto di Melfi».
Del resto il progetto di Centro Tecnologico a Melfi è finanziato per il 50 per cento dalla Regione. «Ma continua a segnare ritardi».
C’è anche un altro aspetto su cui Napoli propone una riflessione. «Il “sogno” di poter ottenere, come Regione, almeno in parte, fiscalità dovute allo Stato da Fiat e compagnie petrolifere. Ebbene – sostiene il capogruppo di Forza Italia – relativamente al 2013, l’intero gruppo ha versato 557 milioni di tasse, dei quali ben 244 fanno capo alla sola Fiat. Si tratta – sottolinea – di cifre considerevoli che non entreranno più nelle casse statali italiane, figuriamoci se la Regione avrà qualche beneficio».
Quanto a Fca e alla produzione, con conseguente attenzione ai livelli occupazionali della Basilicata, «le nuove assunzioni testimoniano che la grande industria e nello specifico quella dell’auto, che in tanti tra economisti ed esperti ritenevano sulla strada del fallimento, può dare ancora un contributo importante per rilanciare l’economia produttiva, l’occupazione e le prospettive di crescita del Paese».
Serve, però, seguire una strategia di crescita chiara. «La strada è nota: investire – continua Napoli – in sviluppo e progettazione con l’obiettivo di produrre automobili che rispondano realmente alle esigenze del mercato. Per questa ragione la Giunta Regionale dovrebbe accelerare l’iter del Campus di Melfi che ha l’obiettivo di sviluppare la ricerca su nuovi modelli e, soprattutto, sul risparmio della spesa di carburanti, avviare con Marchionne un confronto quanto più efficace per contribuire all’attuazione del programma industriale.
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