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MARATEA – «Una giornata storica – così l’ha definita il sindaco, Domenico Cipolla – per Maratea e per tutte le comunità che si affacciano nel Golfo di Policastro. Un evento importantissimo che ci rende orgogliosi, perché unisce tutti i sindaci da Sapri e dai piccoli borghi del Cilento fino a Scalea, in Calabria, all’insegna della comune devozione al Cristo Redentore di cui quest’anno celebriamo il cinquantenario con grandissimi festeggiamenti».

Parla della giornata dedicata alla “benedizione del mare”, che si è svolta ieri mattina nello scenario affascinante della Perla del Tirreno: una prima volta assoluta, che ha visto i primi cittadini di Maratea, Tortora, Praia a mare e Scalea ( CS ) insieme a quelli di Sapri, Vibonati, Ispani e San Giovanni a Piro ( SA ) raggiungere un punto concordato a 3 miglia nautiche dalla costa per gettare in mare una corona di fiori e una statua benedetta, che riproduceva in miniatura quella in marmo bianco di oltre 22 metri eretta sul promontorio di San Biagio.

Una lunga giornata, dedicata al mare e alle bellezze di Maratea, che ha tenuto insieme aspetti culturali e religiosi, strizzando l’occhio al turismo di nicchia.

Come vuole l’amministrazione Cipolla che ha patrocinato l’evento promosso e organizzato dal comitato per il Cristo Redentore.

Una mattinata caldissima, sotto un sole cocente, cominciata di buon’ora con il ritrovo per fedeli e visitatori nella graziosa piazza del Porto al suono della banda di Maratea. E proseguita con la messa celebrata da don Luciano Labanca nell’amena chiesetta di pietra della Madonna di porto salvo, a due metri dall’acqua.

«Che il Signore ci benedica come custodi dei Suoi doni – ha ricordato nell’omelia il sacerdote – affinché nel solco degli insegnamenti dell’enciclica “Laudato si’” di papa Francesco li preserviamo per consegnarli alle future generazioni».

Poi, alle 11, tutti in barca per seguire la singolare processione fino a largo: circa un centinaio le imbarcazioni che si sono ritrovate al momento della benedizione, tra barche a vela, a motori, yacht, natanti di vario genere e persino una decina di canoe sulle quali si erano avventurati alcuni temerari. 

Preziosissimo il contributo fornito dagli uomini dell’ufficio circondariale marittimo della Guardia Costiera di Maratea, comandati dal tenente di vascello Angelo Labella, che hanno messo a disposizione anche i mezzi necessari a garantire la sicurezza della navigazione.

Le istituzioni civili e religiose, accompagnate da assessori e consiglieri, hanno trovato posto su di uno spettacolare veliero in legno massiccio messo a disposizione dall’hotel “Villa del mare”, sul quale sono stati ospitati anche gli inviati di stampa e tv, oltre ad alcuni turisti stranieri.

Sul veliero, naturalmente, anche il sindaco Cipolla accompagnato da moglie e figlia e un’intera troupe televisiva di Rai 1 al seguito del giornalista Andrea Schneider, il quale ha realizzato uno speciale per la trasmissione “A sua immagine”.

Una ulteriore testimonianza della capacità che i festeggiamenti per il cinquantenario della statua del Cristo – donata dal conte piemontese Rivetti di Val Cervo – stanno facendo registrare in termini di promozione del territorio e del brand Maratea, da sempre apprezzato a livello internazionale.

«Festeggiamenti che, dopo la cerimonia di benedizione del mare, continueranno con altre iniziative messe in calendario fino al mese di ottobre, a cominciare dalla prima edizione della regata del Redentore», afferma Luigi Liberatore, un volontario del comitato. Pochi minuti prima della deposizione della corona di fiori il presidente del comitato Salvatore Cirigliano – circondato da tutte le barche schierate con i gonfaloni dei diversi municipi e dell’Associazione Nazionale Marinai d’Italia – ha recitato la preghiera al Cristo di tutti i navigatori, perché “..benedica il golfo, il nostro mare, e infonda la speranza nel nostro navigare..”.

Alla fine è stato tutto un tripudio di sirene, mentre dal veliero venivano lanciati razzi segnalatori e dalla costa, all’unisono, è cominciato uno spettacolo mozzafiato di fuochi di artificio, che ha coinvolto i tre paesi dai cui porti provenivano le imbarcazioni: Sapri, Maratea e Tortora.

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