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POLICORO – Mentre si prepara con ansia, la grande manifestazione di mercoledì a Policoro, per dire no alle trivelle nel mar Jonio, si registra la posizione piuttosto critica delle associazioni ambientaliste più sensibili del territorio, che chiedono con forza provvedimenti concreti ed efficaci, non passerelle e nobili dichiarazioni d’intenti.
Ieri sera, infatti, “Noscorie trisaia” e “Med no triv”, hanno tenuto un incontro con la stampa in piazza Eraclea, per parlare «di atti concreti (amministrativi e politici ) -spiegano gli ambientalisti- per fermare le trivellazioni in terra e in mare da parte del Comune di Policoro e della Regione Basilicata.
Riteniamo -spiegano- che per fermare le trivellazioni occorrano atti amministrativi e politici concreti e reali, non servono i comunicati stampa o le passeggiate mediatiche sul lungomare di Policoro (il riferimento chiaro è proprio alla manifestazione di mercoledì ndr), quando dopo il governo nazionale, la Regione Basilicata ha grosse responsabilità maturate in tre mandati regionali.
Da Bubbico a Pittella sulla vicenda estrazioni petrolifere in terra/mare ad oggi non si è fatto nulla per evitare quello che ormai i cittadini definiscono un grave problema economico e sociale prima che ambientale. Piu che sfilare a testa alta su ignari bagnanti, il governatore Pittella dovrebbe fare un mea culpa per se e per i suoi predecessori.
Il Comune di Policoro, d’altro canto, in questi anni ha ricevuto diverse raccomandate Pec su cosa fare e che non ha fatto in tema di tutela del territorio a partire dalle concessione petrolifere su terraferma (principio di precauzione) e sulla tutela delle acque vedi ultime vicende collegate a pozzo Morano e all’ Itrec.
La pericolosa distinzione, inoltre, tra trivelle in mare e quelle in terra messa in atto volutamente dal Comune di Policoro, dalla Regione Basilicata e da altri sostenitori può portare a peggiori scenari molto più gravi, che vedrebbero lo stesso mare trivellato dalle spiagge, come il caso concreto della foce del Crati (Appennine DR74 Ap). L’informazione deve essere oggettiva e veritiera -concludono gli ambientalisti- diversamente la disinformazione fa più danni della politica ad un territorio e alle popolazioni che meritano maggior rispetto».
Intanto, l’Amministrazione comunale conferma di voler intraprendere «tutte le azioni civili ed istituzionali possibili».
Lo ha ribadito in più occasioni il sindaco, Rocco Leone, coinvolgendo per mercoledì i Comuni, le associazioni di Puglia, Calabria e Basilicata per le ore 9 sul lungomare jonico per opporsi al decreto Ministeriale 122 del 12 giugno, con il quale il Governo ammette le trivellazioni nei fondali marini e quindi anche nello Jonio.
“Avrete avuto modo di constatare – continua la lettera – dalle notizie a mezzo stampa degli ultimi giorni, la mia protesta con lo sciopero della fame con l’obiettivo dichiarato di smuovere gli animi su un tema così importante.
«Questa non è la mia battaglia personale. -spiega Leone- Questa è la battaglia di tutto il popolo jonico, di tutti noi, soggetti istituzionali e non, che abbiamo il dovere sacrosanto di difendere il nostro mare affinché i nostri figli possano ritrovarlo come noi lo abbiamo ereditato dai nostri avi. Potremmo scrivere libri, sull’importanza storica, geografica, economica ed ambientale che lo Jonio riveste da secoli, perché non dimentichiamo che è lo Jonio la culla delle Civiltà: la storia millenaria che narrano le nostre acque ci insegna che da qui è passata la civilizzazione che ha reso il Mondo grande; da qui sono passati un crocevia di genti e idee che hanno concorso alla creazione dell’Europa come la conosciamo oggi, un’Europa democratica che, come ci ricorda anche la nostra Costituzione, vede il Popolo Sovrano. La battaglia contro le trivelle è solo all’inizio. Solo insieme, senza guardare indietro e a qualche errore commesso, attraverso la nostra civile protesta, possiamo far sentire la voce del popolo jonico, tutto, al Governo.
Pertanto –ribadisce Leone in una nota ufficiale- l’invito che rivolgo a Voi e ai cittadini che rappresentate, è quello di aderire alla giornata del 15 luglio, piazza Enotria -Lungomare di Policoro ore 9, dove per la prima volta, tre regioni, unite e munite di simboli istituzionali (gonfaloni e fasce tricolore), manifesteranno contro la scelta del Governo Renzi di trivellare il Mar Jonio».
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