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MATERA – Al posto della vanga e del vecchio aratro un pc, un gps (anche solo per misurare il perimetro e l’ area di un campo) o un drone contadino, capace di fare interventi su intere colture, pianta per pianta, coprendo fino a 10 ettari di terreno all’ora. Un dispositivo mobile posizionato su un piccolo carrello per la scansione che analizza il riflesso della luce sugli alberi per determinare ogni dettaglio, dall’altezza alla densità delle coperture per le arance, a quando le colture necessitano acqua o vengono colpite da malattie o parassiti, produce una mappa che gli agricoltori usano per irrigare, fertilizzare e trattare le piante malate con maggiore precisione. Non è fantascienza ma più semplicemente una delle rivoluzioni tecnologiche applicata all’agricoltura di cui si ‘ discusso nel corso di un meeting, voluto dall’Alsia, a Metapontum Agrobios .
Molti giovani lucani (anche laureati) vedono nell’agricoltura l’ancora per pianificare il proprio futuro in Basilicata. La multifunzionalità lascia spazio alle idee “più innovative” in un settore che oggi non conosce limiti: nella fattoria del futuro si può spaziare dalla cosmesi, al sociale; dalle energie allo sport; dalle produzioni tradizionali al turismo rurale. Gli imprenditori della terra di ultima generazione, innovativi e digitali, frequentano master e università. Recuperano e valorizzano le tradizioni, tutelano la biodiversità e il paesaggio, rilocalizzando le produzioni e accorciando le filiere. Spesso li affiancano ingegneri, biologi e geologi. Il risultato è un comparto sempre più giovane, rinnovato e dinamico.
In un’ Europa dove circa il 30% degli agricoltori è over 65, mentre solo il 7% è sotto i 35 anni di età, la Cia di Basilicata ritiene che favorire «l’ingresso dei giovani, più attenti all’utilizzo di nuove tecnologie, è prioritario se si vuole compiere un percorso di innovazione». Per questo la “precision farming” nel permettere di eseguire una mappatura del territorio e rilevare il reale fabbisogno di fertilizzanti, di acqua o di fitofarmaci rappresenta una concreta opportunità per il mondo agricolo, non solo sotto il profilo della qualità e delle prassi agroambientali, ma anche perchè una giusta applicazione sul campo può portare a una riduzione dei costi di gestione e un maggior reddito per le aziende. Parlando di sonde inserite nel terreno che più volte all’ora fanno un’analisi dei suoli e di droni che in volo scansionano l’appezzamento per sapere qual è il fabbisogno idrico e delle sostanze organiche, in modo da intervenire solo quando serve, si deve puntare sulla nuova misura del Piano di sviluppo rurale “Cooperazione” che punta a sfruttare al meglio le opportunità che abbiamo con la nuova programmazione dei fondi europei per investire nella sperimentazione e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative. Di qui l’attenzione verso la costituzione di “Community SmartThings” capaci di sperimentare e trasferire soluzioni innovative al mondo agricolo lucano.
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