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MAURIZIO Baracco, e il Banco di Napoli che lui presiede, presentando in città, il 30 giugno, l’indagine della Srm (Studi e ricerche per il Mezzogiorno) su “L’impatto economico potenziale di Matera 2019”, hanno il merito di aver plasticamente rappresentato il cambio di fase: chiusa l’epoca della retorica e dei festeggiamenti su Matera capitale della Cultura 2019, si è aperta la nuova fase dell’attuazione. Accanto all’indicazione di benefici di carattere generale – come il miglior profilo e l’immagine internazionale per la città, una vita culturale più vivace, il miglioramento degli scambi europei, l’ampliamento della partecipazione, una maggiore capacità di inclusione sociale ecc. – vengono anche individuati e stimati benefici di carattere più strettamente economico.
Anche sulla base dei precedenti europei, si prevede una crescita degli arrivi nell’anno dell’evento intorno al 20 per cento (che a me pare eccessivamente prudenziale, comunque molto lontana da quella dei 600 mila turisti previsti dal dossier), che comporterebbe un incremento del valore aggiunto turistico di 12 milioni di euro in quell’anno, passando così dagli attuali 60 ai 72 meuro, cui si aggiungerebbero circa altri 10 di valore aggiunto indiretto, con un complessivo incremento in tale anno di 22 Meuro.
Peraltro, dal 2019 in poi si prevede anche un incremento del moltiplicatore della spesa turistica (valore aggiunto generato da ogni presenza aggiuntiva), che passerebbe a Matera dai 79 euro (contro i 68 della Basilicata, i 70,8 del Mezzogiorno e i 103,6 dell’Italia) del 2019 ai 99 euro del quinto anno successivo (2023). Il livello del motiplicatore iniziale e le potenzialità migliorative della produttività sono fortemente connessi al ruolo della cultura. Infatti, il valore aggiunto del Sistema produttivo culturale sull’economia è in provincia di Matera del 5,5 per cento (4,6 Basilicata, 5,4 Italia) e l’incidenza dell’occupazione culturale è del 6,8 per cento (5,7 per cento Basilicata, 5,9 Italia), secondo lo studio “Io sono Cultura 2015” di Unioncamere – Symbola.
Ne consegue che il Pil di Matera, per effetto combinato della crescita delle presenze e della produttività dei servizi turistici, aumenterebbe di circa 100 milioni di euro fra il 2019 e il 2023, pari al 10 per cento dell’attuale Pil cittadino. Ultimo dato che interessa segnalare è che, secondo l’indagine Srm, la crescita del Pil locale si potrà distribuire in media annua fra vari settori produttivi, come l’agroalimentare(0,4 per ceno), il manifatturiero (1 per cento) e le costruzioni (2,4 per cento), oltre a quello del turismo e servizi (1 per cento). Ma l’indagine non presenta solo dati economici, proiezioni numeriche, simulazioni di ricadute.
Offre anche un’ indicazione chiara sulla condizione perché lo scenario prefigurato possa realizzarsi: la capacità e l’ intelligenza di cogliere l’ occasione per interventi, attività, iniziative che siano radicati, replicabili, fermamente strutturati nella realtà sociale ed economica della città, dei quali gli eventi che costelleranno il 2019 siano momenti di particolare visibilità, eccellenza, attrattività , ma non destinati ad esaurirsi in se stessi (impostazione in sintonia con quanto sostenuto nel mio “Capodanno 2020”, e privilegiata dal neosindaco De Ruggieri nel recente confronto democratico).
Insomma, la produzione culturale, più che il mero consumo (eventificio), deve diventare centrale e qualificante. Esempi ce ne sono tanti, partendo dal Dossier (Pane, Spazio, Cinema, rigenerazione urbana, Museo Demoantropologico), per dimostrare che a eventi puntuali possono riconnettersi iniziative economiche, sedi permanenti di attività, formazione, sviluppo di competenze, suscettibili di proiettare e protrarre nel tempo le gemmazioni del 2019.
D’altronde, diversificazione e strutturazione dell’offerta culturale (nella presentazione dell’indagine Srm si parlava di “tematismi culturali”) sono funzionali all’attrazione di presenze qualificate e all’allungamento del tempo di permanenza dei turisti (ormai per 1/3 stranieri) a Matera, sensibilmente ridottosi negli ultimi 15 anni (da 2,41 a 1,6 gg).
Ma il tema degli effetti economici di Matera 2019 richiama immediatamente quello degli investimenti, che esige un’impennata nell’attenzione e nella strumentazione. Un catalogo delle opportunità, procedure codificate e semplificate, interlocutori precisi, affidabili e celeri (che consentirebbero di chiedere anche un impegno più intenso al sistema bancario) sono passaggi ineludibili per uscire da un’indistinta e ripetitiva enfasi di Matera 2019. Se a breve questi argomenti fossero messi al centro di una ampia convention nel segno di un’accelerazione del passaggio alla fase programmatoria e attuatrice si darebbe un serio impulso al lavoro necessario per capitalizzare al massimo il 2019 e non tradirne le attese. Banco di Napoli ha dato un segnale – il primo proveniente dai privati – che comunità e istituzioni devono saper cogliere e rilanciare.
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