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ACERENZA – «Ha mai visto il film “Smoke” con Harvey Keitel? Il tabaccaio rimane come immagine ferma nel tempo, mentre i passanti variano la quotidianità e generano la particolarità degli eventi». È il toccante pensiero di Rosalia Di Muro, la figlia dei proprietari della tabaccheria che ieri ha compiuto cento anni. Una storia lunga ed emozionante quella raccontata da Antonio di Muro, per tutti Tonino, insieme alla moglie Clementina e ai suoi due figli Rosalia e Antonello.
Una storia che risale all’1 luglio del 1925 quando il padre di Tonino acquistò la licenza di monopolio per la vendita di sali e tabacchi, decidendo di partecipare ad un’asta a busta chiusa.
L’obiettivo? Beneficiare della simpatia della famiglia della sua amata, una giovanissima ragazza siciliana che apparteneva a una compagnia teatrale itinerante.
Una storia di sacrifici, di momenti difficili e di soddisfazioni e che lascia ampio spazio all’amore di altri tempi. Il padre di Tonino, già ebanista e falegname, avanzò all’epoca il tentativo di rilevare la licenza soprattutto per ottenere il consenso di un amore impedito, affinché la sua amata potesse lavorare ad Acerenza.
Afferma Rosalia: «La giovane età di mia nonna era un impedimento a questa unione. Ma mio nonno fu astuto e fortunato, accorgendosi che un tale Rienzi aveva offerto un importo corposo, sicuramente più di quanto lui avrebbe proposto. Ebbe quindi la possibilità di offrire in busta un importo almeno superiore a quello di cui aveva avuto notizie».
E così fu scatto matto per la licenza e anche per il tanto atteso matrimonio che fu celebrato l’anno dopo. La famiglia di Muro conserva gelosamente la storia della loro attività, dell’amore che l’ha originata e anche le bilance con cui si misurava il tabacco al tempo venduto a peso. Clementina e Tonino da anni portano avanti l’attività con fierezza e passione.
La scrupolosità e premura di Tonino, insieme alla dolcezza della moglie Clementina, contribuiscono ad impinguare le pagine di un luogo che custodisce una storia unica e secolare. Il tabacchi ha vissuto il fascismo, soggiacendo all’ordine supremo di esporre quadri del dittatore, proiettandosi nei fascinosi anni settanta con entusiasmo e grinta.
Ricorda con emozione Rosalia «Quando un pacco di Marlboro costava 500 lire, io e mio fratello trascorrevamo la nostra infanzia felice in quell’odore aromatico e penetrante. Fingendoci venditori per un giorno, con i nostri clienti virtuali, contrattavamo sigarette con dei soldi disegnati personalmente da me».
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