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POTENZA – Le esperienze di urban center, ovvero, “Casa della città”, italiani e internazionali a confronto oggi, a partire dalle 9, nell’auditorium della chiesa di S. Cecilia di Poggio tre Galli. Terminerà così la due giorni organizzata nell’ambito del progetto Cast. Prevista la partecipazione di Donatella Venti (Commissione Partecipazione Istituto nazionale di Urbanistica), Mark Greaves Urbanism – Glasgow, Tiago Mota Saraiva (AtelierMob di Lisbona), Emilio Gardini, sociologo dell’Università Sant’Orsola Benincasa di Napoli, Bruno Monardo, Università La Sapienza di Roma, Giovanni Ginocchini, direttore Urban Center di Bologna.
Ieri, intanto, si è discusso di “Potenza tra dissesto e rigenerazione urbana” alla presenza del sindaco Dario De Luca che non ha esitato ad ammettere che per quanto riguarda la rigenerazione urbana, a oggi, l’amministrazione comunale «ha fallito» e pertanto «occorre ripartire dalla partecipazione, cercando di guardare a quanto di buono è stato fatto a Matera». Non a caso oggi si discuterà della valenza degli urban center, in attesa di quello virtuale da mettere a Poggio Tre Galli
E nonostante la spada di Damocle del dissesto che incombe sulla città capoluogo, cittadini, associazioni, movimenti organizzano hanno comunque deciso di organizzare una partecipazione dal basso al fine di incalzare le Istituzioni rispetto a processi, come quello della rigenerazione urbana, in cui vogliono sentirsi protagonisti.
Ed è stato questo il leit motiv dell’incontro, che si è tenuto l’altra sera, sul tema “Politiche per la rigenerazione urbana della città di Potenza: temi dell’Agenda urbana e programmazione dei nuovi fondi comunitari”, organizzato nell’ambito del progetto Cast (Cittadinanza attiva per lo Sviluppo sostenibile del rerritorio), promosso da “Culture e territori” e “Art park” di Potenza, dal Circolo “La scaletta” di Matera e da “Atelier Mob” di Lisbona, cofinanziato dalla Regione Basilicata nell’ambito del programma “Visioni urbane”.
Francesco Scorza, di “Art park music academy”, e Piergiuseppe Pontrandolfi (presidente dell’associazione “Culture e territori”) hanno introdotto il tema, parlando di “Rigenerazione urbana e partecipazione al governo della città” e di come il progetto Cast si vuole inserire all’interno di una nuova visione del capoluogo, che ai problemi storici ha aggiunto nuove difficoltà legate alla delicata situazione finanziaria. «E’ il risultato di un fallimento, a cui hanno contribuito non solo politici e amministratori, ma anche tecnici e cittadini – ha ammesso il sindaco di Potenza, Dario De Luca – Ora, al di là di come andrà a finire la questione legata al dissesto, occorrerà ripartire guardando da un lato alle buone prassi messe in campo a Matera, che hanno fatto diventare la città dei Sassi capitale della cultura per il 2019, e dall’altro avviando qui a Potenza una nuova e più concreta partecipazione, che può e deve basarsi sui concetti di rispetto e di amore da parte di ognuno di noi».
Per Leonardo Cuoco (economista, assessore alla Programmazione ed Agenda urbana) il problema principale è stata la mancanza di programmazione, «atto su cui invece deve basarsi la traiettoria di futuro di ogni città. Senza programmazione, i processi decisionali non hanno obiettivi, priorità, e non riescono ad incidere.
Giuseppe Las Casas (Università della Basilicata), infine, ha indicato una ricetta drastica ma efficace: «prevedere la demolizione e la ricostruzione di alcuni edifici per migliorare urbanistica e assicurare sicurezza (soprattutto dal punto di vista sismico)».
Vario e partecipato il dibattito: cittadini, rappresentanti di associazioni e tecnici, ognuno per la propria parte di competenza e responsabilità, hanno espresso il desiderio di contribuire alla rinascita del capoluogo.
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