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POTENZA – Tra i robot in arrivo a Melfi e il contadino esasperato di Policoro che regala le sue lattughe deprezzate da crisi e tasse c’è una regione “di mezzo” che cresce al ritmo del resto del Paese. E più delle regioni confinanti. È la fotografia scattata dalla Banca d’Italia: per il 2014, accanto ai due vettori Fca e Matera, capofila di settori in crescita esponenziale (industria e turismo), il rapporto su “L’economia della Basilicata” segnala molte zone illuminate e poche, sempre meno, in ombra. E per l’anno in corso, in cui si dispiegheranno la forza attrattiva della Capitale della cultura e quella produttiva dell’automotive, i (già positivi) dati preliminari del primo trimestre 2015 consolideranno una fase non ancora di ripresa ma almeno di stabilità.
Il rapporto (QUI IL DOCUMENTO COMPLETO) è stato presentato ieri mattina nella sede Bankitalia di via Pretoria da Giancarlo Fasano, direttore della filiale di Potenza, con i ricercatori dell’istituto Maurizio Lozzi e Maddalena Galardo.
LE ECCELLENZE… Assieme al binomio che sta dando protagonismo alla Basilicata a livello internazionale, Fasano ha segnalato anche il traino rappresentato dall’agroalimentare e la flessione del petrolio (il contributo dato dal settore all’export nel 2014 è stato compensato dal resto) a fronte della crescita nelle estrazioni di gas naturale.
Ma è quel +1% del fatturato delle imprese campione, quelle con più di 20 addetti, a fare ben sperare: se Melfi sigilla il 2014 come anno della ripartenza – dopo il blocco delle attività e le riconversioni del 2013 – e della ripresa degli ordini legati all’internazionalizzazione del mercato, l’aumento del fatturato è generalizzato e viene definito «diffuso» da Lozzi, che segnala il saldo positivo (20%) tra la quota di imprese in crescita e in calo. Altro dato interessante riguarda l’export: le vendite all’estero delle imprese lucane sono aumentate del 9,9%, più che in Italia e in controtendenza rispetto al calo del Mezzogiorno (l’Istat segnala un picco nell’ultimo trimestre dell’anno passato). Il territorio più battuto è la Germania (auto), ma tra le produzioni in crescita si segnala l’elettronica, con aziende impegnate nell’assemblaggio dei componenti oltre che nella vendita del prodotto finito. È, questo delle esportazioni, un dato in linea coi livelli registrati nella precedente rilevazione, quella non legata alla ripresa dello stabilimento Sata.
«Qualcosa si muove – ha commentato il ricercatore della divisione barese – soprattutto in rapporto alle regioni limitrofe. Si può dire che la Basilicata ha retto all’urto della crisi, con una stazionarietà degli indicatori nel 2014 rispetto al calo generalizzato nel Mezzogiorno. Già l’Istat nel 2013 segnalava un maggior valore aggiunto qui che nel resto del Sud. Certo, ancora non si può parlare di ripresa…». Ecco che in agricoltura e industria la crescita è lieve, mentre nelle costruzioni e nei servizi si registra un calo (se si eccettua il turismo, come vedremo).
Ma una cifra su cui Lozzi punta i riflettori è il 77% di utilizzo degli impianti (5 punti in più rispetto al 72% del 2013), con conseguente aumento della produzione e degli acquisti. Tutti numeri che lasciano prevedere una crescita anche nel 2015.
… E I NEI In affanno, come detto, le costruzioni – sebbene con una flessione inferiore al 2013, come accade anche nel credito – e i servizi, soprattutto il commercio. «Il settore delle costruzioni – si legge nel rapporto – continua a risentire della perdurante debolezza della domanda del mercato immobiliare. Le stime di Prometeia indicano una flessione del valore aggiunto del 5,7% in termini reali rispetto all’anno precedente, minore di quella osservata nel 2013 (-7.7%). Le transazioni immobiliari si sono ridotte del 2,8% su base annua, in controtendenza rispetto a Mezzogiorno e Italia», ed è l’unico caso in cui la Basilicata non regge il passo (nel Sud, in particolare, dopo 6 anni le transazioni crescono). Infine il credito: nel 2014 i prestiti bancari alla clientela residente in Basilicata hanno continuato a ridursi (-1% a dicembre), sebbene in misura meno marcata rispetto al 2013 (-2,9%): il calo è stato superiore alla media del Paese ma inferiore rispetto a quello registrato nel Sud — la progressiva attenuazione della flessione del credito ha riguardato sia le imprese sia le famiglie consumatrici. In calo (-1,3%) anche i finanziamenti alle famiglie erogati da banche e finanziarie e il flusso di nuove sofferenze (2,7% dei prestiti rispetto al 3,9 del 2013: meglio che nel resto del Sud e in linea col dato nazionale). I depositi delle famiglie hanno rallentato rispetto al 2013 ma continuano a crescere: 3% nel 2014 rispetto al precedente 3,9% (i depositi in conto corrente accelerano mentre quelli a risparmio frenano).
IL BOOM DEL TURISMO… Nel 2014 la città di Matera, recentemente designata Capitale europea della Cultura 2019, ha registrato una crescita delle presenze pari al 18,5%, ovvero l’11,% del totale regionale (39,7% tra gli stranieri), che aumenta comunque di 7,7 punti rispetto al 2013. Tra il 2000 e il 2014 nella città dei Sassi le presenze turistiche sono quasi triplicate, a fronte di un aumento del 43,9 nella media regionale.
… E IL RITORNO DEL SALOTTO Ieri è stato segnalato anche il (timido) ritorno del distretto del salotto imbottito, che tra Basilicata e Puglia coinvolge 11 comuni e impiega 8mila addetti (circa un quarto dei quali nella nostra regione) più quelli dell’indotto. In questo settore, di recente messosi in mostra al salone di Milano, le esportazioni crescono del 3,9%.
MA I GIOVANI LAUREATI EMIGRANO Nel 2014 gli occupati in Basilicata erano 182mila. Il 3% (circa 6mila) sono quelli impiegati in Fca, mentre l’ad Marchionne continua ad annunciare nuove assunzioni e stabilizzazioni oltre che investimenti nella strumentazione (18 robot). Più che in Italia e in controtendenza rispetto al Sud, l’occupazione in Basilicata è aumentata del 2,1%: aumentano le ore lavorative, con le richieste di Cassa integrazione guadagni (Cig) diminuite del 21,7%. Rispetto al 2013, il tasso di disoccupazione si è ridotto di mezzo punto, al 14,7%, significativamente inferiore alla media del Mezzogiorno e appena 2 punti sopra la media nazionale. «Il divario tra il tasso di disoccupazione della Basilicata e quello del Mezzogiorno si è significativamente ampliato tra il 2011 e il 2014, passando da circa -1,5 punti percentuali a a circa -6 punti. Tale divario è in gran parte riconducibile al miglior andamento dell’occupazione in regione rispetto alla macroarea. In controtendenza rispetto a quanto si è verificato nella media delle altre regioni, si è ridotta anche la disoccupazione tra i giovani da 15 a 24 anni, pur rimanendo elevata (46,7%). La diminuzione ha interessato soprattutto gli individui in possesso al più della licenza media mentre è aumentata tra i laureati». Fin qui le note positive. Quelle negative si registrano invece alla voce “Dinamiche migratorie”: «Nel triennio 2011-13 – si legge ancora nel Rapporto della Banca d’Italia – le migrazioni hanno interessato 8,6 residenti ogni mille (circa 5mila all’anno): 5,4 verso il Centro-Nord; 2,2 verso il Mezzogiorno e 1 verso l’estero. Durante la crisi nel complesso i trasferimenti si sono lievemente ridotti. Sono tuttavia cresciuti soprattutto tra i giovani (+3,2 unità per mille nella fascia 25-34 anni) e i laureati (aumenta molto l’attrattiva del Centro-Nord, mentre diminuisce quella del resto del Mezzogiorno», poco attrattivo per le scarse performance.
e.furia@luedi.it
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