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IL 7 agosto 2012 il commercialista Augusto Toscani (T) parla con l’allora direttore generale della congregazione delle Divine ancelle della provvidenza Dario Rizzi (R). Dopo l’istanza di fallimento presentata al Tribunale di Trani e l’apertura della Asp di Potenza che per garantire l’assistenza ai pazienti dell’ospedale Don Uva si era detta disponibile a fornire i materiale sanitari. Ma a certo punto le cose sembrano essersi complicate.
T: Stavo parlando con Potenza (…) ho parlato con l’assessore e mi ha de… mi ha chiamato lui, a dire la verità e mi ha detto che ha parlato stamattina con il presidente (…) Perché si sono incontrati per la giunta, che sono disponibili a farlo però hanno bisogno di aspettare fine mese perché devono chiarire a che capitoli di spesa vanno attribuiti queste somme. Io ho detto: guarda, ci ho lavorato tanto su questa cosa. Io vi… ho dato le indicazioni alla Asl comunque cioè… non è possibile, quindi… al rientro dalle ferie. Quindi l’ultima settimana di agosto (…) E’ un casino. Ho chiamato Marra e gli ho detto: guardi, l’assessore mi ha appena detto che a fine mese si può fare, intanto vedi di pagarmi gli interessi. Poi: ma, sa, dobbiamo vedere perché non è… gli interessi sono su capitoli di spesa della gestione del stralcio. Dico: guardi, se domani mattina arriva l’ufficiale giudiziario, che fate? Pagate o non pagate? Vabbè, dico: verifichi e mi dia, mi dia una risposta abbastanza velocemente. Ho detto: non è che risolvono nulla perché sono 7, 800mila euro, ma sempre meglio di niente sono. Fra l’altro sono interessi che poi ci teniamo e ce li teniamo e basta. (…) Io conto di arrivarci, l’unica cosa che mi fa incazzare, perché mi fa incazzare che, cioè, ripeto, dal primo momento: ah! Sì, sì che bello! Che bello! Insomma, facciamo, facciamo, facciamo! Poi arriva all’ultimo momento ah! Ma… Se… (…)
R: No, vabbè ma questi sono diversi! Non, non sono… No, no, noo….
T: Va bene.
R: Cioè questi sono un modus proprio. Te lo sei chiesto perché io non ci sono mai più andato a Potenza?
T: No, no. Hai fatto bene, guarda.
R: Ma non… non è per qualcosa, cioè.
T: Hai fatto… guarda.
Rizzi: Cioè io gli ho fatto ottanta assunzioni a sti signori. No, no, noo….
T: E sì ma andassero a vaffanculo!
R: Uno per uno. Cioè a nome loro! Non è che gliel’ho fatte di, di, di cose mie che non conosco nessuno, che non me fregava niente
T: Certo, certo, certo, certo.
R: Quindi, quindi abbiamo a che fare con gente fatta in un certo modo.
T: Gente assolutamente inaffidabile, inaffidabile. Vabbè, comunque.
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