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POTENZA – E’ iniziato ieri mattina il processo sull’inchiesta per i diplomi facili all’istituto tecnico per geometri Pitagora di Potenza, il commerciale Fabio Besta e il turistico Mario Pagano di Scanzano Jonico, più il tecnico per geometri Falcone e Borsellino di Viggianello.
Il pm Annagloria Piccininni ha chiesto il rinvio a giudizio degli oltre 200 indagati, a vario titolo, per associazione a delinquere, una lunga serie di falsi, corruzione e truffa. Molti dei quali si sono presentati in aula davanti al gup Amerigo Palma.
L’udienza è stata subito rinviata al 28 settembre per le questioni preliminari, e si annuncia lunga e difficile da gestire. Visto il numero degli imputati e lo spezzettamento iniziale del fascicolo in tre tronconi, uno potentino, uno materano e uno lagonegrese, che ora aspettano di essere riuniti.
Dall’inchiesta condotta dai militari della Guardia di Finanza di Potenza è venuto fuori che spesso veniva attestata la frequenza dei corsi da parte di studenti che in realtà si trovavano in tutt’altra parte d’Italia. Come l’alpino originario di Foggia ma di stanza a Bolzano che risultava seduto in classe a Potenza. O l’operaio di Brianzé in provincia di Vercelli, e l’impiegato in provincia di Trento, che “studiava” a Viggianello. Mentre a Scanzano Jonico c’erano – ma non si vedevano – un aviere sardo in servizio nell’aeroporto militare di Decimomannu, e un panettiere di Sinnai, in provincia di Cagliari. Tanto nelle carte, per «eludere e/o complicare i controlli», venivano dichiarati luoghi di residenza diversi da quelli reali.
A novembre del 2013 sulla base dei gravi indizi di colpevolezza accumulati dagli investigatori il gip Rosa Larocca aveva disposto la sospensione per due mesi del presidente/amministratore di Scuola Nazionale Angelo Scaringi (potentino 74enne), e di Prospero Massari (Potenza, 59), direttore dell’istituto commerciale Fabio Besta e del turistico Mario Pagano di Scanzano Jonico, entrambi del network di Scuola Nazionale di cui fa parte anche il tecnico per geometri Pitagora di Potenza. Sotto accusa assieme ad altri tre colleghi dirigenti, Filomena Lucca (Potenza, 68) e Mattia Dideco (Castelluccio Inferiore, 74) più il gestore del tecnico per geometri Falcone e Borsellino di Viggianello, Massimo Branca (Viggianello, 44).
Tanti degli studenti sentiti come persone informate sui fatti che hanno ammesso candidamente le loro ripetute assenze. Mentre altri hanno provato ad arrampicarsi sugli specchi ma sono stati comunque scoperti.
Nei registri di classe custoditi negli istituti e poi sequestrato è stato evidenziato un vero e proprio “collage” sistematico di nomi e attività. Per il gip venivano «modellati ad hoc a seconda delle esigenza personale di ogni singolo alunno, in modo tale da “costruire su misura un percorso scolastico” regolare con la conseguente ammissione agli esami di stato finali».
A far partire l’indagine è stato un esposto presentato a febbraio del 2009 da un ispettore del Ministero della pubblica istruzione. Ai suoi superiori sembra che avesse denunciato da tempo i suoi sospetti dopo aver notato durante la sessione estiva degli esami al Mario Pagano di Scanzano tutti quegli studenti un po’ attempati e provenienti dalle parti più disparate d’Italia. Tant’è vero che anche un suo collega ha raccontato che durante un’ispezione a sorpresa tra marzo e aprile del 2007 camminando tra le aule deserte dell’istituto si era sentito dire che gli studenti non c’erano, o meglio erano in sciopero, perché il riscaldamento dell’istituto non funzionava bene.
Chiaro che d’estate il problema non si poneva, visto anche il numero di candidati arrivati da ogni dove per guadagnarsi un titolo di studio in un’ambiente ospitale e accogliente. Infatti la differenza tra loro e i privatisti di una “non paritaria” stava tutta qui: nella possibilità di svolgere l’esame finale «in sede seppure con una commissione in parte esterna»; e in quello «di svolgere gli esami di idoneità, integrativi e preliminari presso la sede dell’Istituto senza la nomina di un commissario governativo esterno, poiché le funzioni di garanzia sono espletate dal dirigente scolastico dell’istituto».
Ai militari della finanza – quasi non bastasse il resto – c’è chi ha «confermato che talvolta per i compiti in classe relativi a specifiche materie tecniche agli studenti veniva fornita dai docenti presenti anche lo svolgimento/soluzione delle prove stesse».

l.amato@luedi.it

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