X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

MOLITERNO – Il consorzio di tutela del Canestrato di Moliterno che promuove e garantisce il ricercatissimo pecorino lucano ha rinnovato i propri organi direttivi eleggendo presidente lo stagionatore Nicola Mastrangelo. Rappresenterà i nove soci dell’ente costituito circa quindici anni fa con lo specifico intento di recuperare e rilanciare un prodotto che di fatto rischiava di scomparire. Il pecorino di Moliterno è un formaggio unico, famoso in Italia e nel mondo, perché stagionato nei fondaci, locali seminterrati in cui si crea un microclima unico.
In Europa è un caso unico di marchio IGP (per un formaggio ovi-caprino). Nonostante ciò, il livello della produzione è ancora troppo basso sia rispetto all’area di produzione, tanto vasta da comprendere ben 59 comuni lucani, sia rispetto alla notevole domanda.
Di vero Canestrato di Moliterno, l’anno scorso sono state marchiate solo quattromila forme, per una quantità poco superiore ai dodicimila chilogrammi, con un fatturato praticamente insignificante. I fatti evidenziano che a oggi ancora pochi sono i fondaci adatti alla stagionatura, nessuna nuova azienda è sorta nell’intera area di produzione e poche di quelle già esistenti hanno iniziato a produrre Canestrato.
In pratica il movimento commerciale che si sperava innescasse l’ottenimento dell’IGP non è per niente scattato. Al nuovo presidente del consorzio abbiamo posto alcune domande.
«Il necessario rilancio passa attraverso il potenziamento della filiera in tutte le sue componenti. Iscrivere nuovi allevatori, investire su un aumento dei capi ovi-caprini e la riscoperta della figura del pastore, primo guardiano del territorio, da considerare, un vero e proprio professionista. Servono anche casari e stagionatori, e si potrebbe pensare a percorsi di formazione professionali magari in collaborazione degli istituti agrari e professionali presenti sul territorio».
Quindi servirà investire sui fondaci?
«Investire sui fondaci è una necessità imprescindibile. Recuperare i vecchi locali del centro storico, partendo dai più accessibili, assicurerà elevata qualità del prodotto, nuovi spazi per una produzione che deve necessariamente aumentare, reddito per i proprietari e recupero del borgo antico. Un programma di finanziamento e contributi per quei proprietari che volessero direttamente recuperare i propri fondaci potrebbe incoraggiare l’azione».
Tra poco si svolgerà la trentaquattresima Sagra del Canestrato. «Intanto colgo l’occasione per ringraziare i ragazzi della Pro Loco Campus di Moliterno che da anni con grande passione e impegno hanno fatto della sagra una vetrina sempre più interessante. Dal canto nostro collaboreremo e vigileremo affinché alla manifestazione arrivi il miglior pecorino prodotto. Particolare attenzione porremo alla ricerca».
A proposito di controlli, «il mercato propone tanti formaggi non solo locali ai quali si associa il nome Moliterno. Insieme al Consorzio Vini Terre dell’Alta val D’Agri, stiamo mettendo in essere un nostro servizio di vigilanza. Il vero Canestrato è identificabile da una placca di caseina numerata, un marchio a fuoco e una etichetta con la dicitura: Canestrato di Moliterno IGP. Un doveroso grazie va a tutti coloro che prestano servizio per il controllo e la tutela, come il corpo forestale dello Stato, i carabinieri del NAS, i veterinari e gli ispettori dell’ASP, e gli uomini del servizio antifrode».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE