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POTENZA – Trielina, cromo esavalente, ferro e idrocarburi totali nella falda superficiale sotto l’Itrec di Rotondella. Oltre le soglie di contaminazione.
A denunciarlo è stata la Sogin, la società che sta svolgendo il decommissioning nucleare del vecchio impianto dell’Enea con una nota diffusa ieri in serata.
Sogin spiega che all’interno della struttura «sono in corso le attività per la realizzazione dell’Impianto di cementazione del prodotto finito (Icpf), che consentirà di solidificare i rifiuti radioattivi liquidi presenti nel sito, per il loro successivo trasferimento al deposito nazionale». La maxi-discarica delle scorie nucleari di tutta Italia di cui entro un paio di settimane dovrebbe essere svelata la localizzazione.
Per lo svolgimento di queste attività le autorizzazioni prevedono una serie di controlli, tra i quali «campagne di monitoraggio al fine di verificare la qualità ambientale dell’area in relazione all’avanzamento delle attività di realizzazione dell’impianto Icpf».
Quindi analisi sulle varie matrici ambientali a rischio, incluse «le acque della falda superficiale soggiacente l’impianto Itrec, monitorate attraverso la rete piezometrica concordata con Arpa Basilicata, composta da 10 punti di prelievo».
Durante uno di questi controlli è emersa l’anomalia evidenziata dalla Sogin, che ha preso subito le distanze dalla sua origine.
«Le analisi di laboratorio sui campioni d’acqua – spiega ancora la nota hanno evidenziato in alcuni punti il superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione (Csc – fissate dalla legge, ndr) per alcuni parametri chimici, non radiologici (trielina, cromo esavalente, ferro, idrocarburi totali), rispetto ai valori massimi consentiti dalla normativa vigente».
«Il superamento di tali limiti è stato riscontrato per lo più nei piezometri posizionati a monte idrogeologico dell’impianto Itrec e ricadenti nell’area dell’impianto gestita da Enea». Prosegue.
Fino a concludere che «i dati ufficiali di questa campagna di monitoraggio indicano pertanto che le sostanze rinvenute nelle acque della falda superficiale non sono riferibili, né direttamente, né indirettamente, alle attività propedeutiche al decommissioning che, dall’agosto 2003, Sogin conduce nell’impianto Itrec».
Quanto alle azioni messe in campo dopo la scoperta, la società spiega che «Enea, appena ricevuti i risultati delle analisi effettuate, ha avviato tutte le azioni necessarie per determinare le origini del rilascio e delimitare l’area interessata, allertando le proprie strutture tecniche che si occupano di bonifica e riqualificazione ambientale».
Mentre Sogin «appena ricevuti i certificati di laboratorio, ha immediatamente attivato le procedure previste dalla normativa notificando, assieme ad Enea, agli Enti preposti quanto riscontrato: Prefettura di Matera, Regione Basilicata, Arpa Basilicata, Provincia di Matera e Comune di Rotondella».
Tutto in giornata quindi: la ricezione dei risultati delle analisi e le comunicazioni agli uffici competenti.
«Sogin ed Enea, nel pieno rispetto della normativa ambientale, provvederanno a redigere il piano di caratterizzazione previsto dalla normativa e a fornirne tempestiva informazione». Conclude la nota.
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