2 minuti per la lettura
POTENZA – Il Comune di Potenza ha tutto il diritto di indire una nuova gara per le mense scolastiche. Ma non può pretendere di applicare lo sconto proposto nella richiesta di rinnovo del contratto dalla ditta vincitrice del vecchio appalto, a cui a novembre è stato prorogato il servizio fino alla nuova aggiudicazione. Anzi, deve adeguarlo all’andamento dei prezzi. Rimettendoci la differenza, visto che a oggi l’anno scolastico è praticamente chiuso, e non può chiederla ai genitori che hanno usufruito del servizio in questi mesi.
Rischia di rivelarsi una nuova brutta tegola per le casse del municipio la sentenza del Tar Basilicata sul ricorso presentato dalla cooperativa Multiservice sud di Potenza. Una tegola da «228mila euro» stando a una stima effettuata dagli uffici comunali a maggio dell’anno scorso, per evidenziare il risparmio che si sarebbe conseguito rinnovando il contratto alla ditta «figlia e partner della Cooperativa di Solidarietà il Samaritano». Risparmio che il Comune ha preteso comunque. Pur non avendone diritto, secondo i giudici di via Rosica.
Il Tar ha respinto la richiesta di risarcimento che era stata avanzata dalla Multiservice sostenendo di aver fatto fronte a «ingenti investimenti» nella prospettiva che il servizio le fosse affidato per altri tre anni. Perché il Comune in concreto non le avrebbe mai manifestato l’intenzione di avvalersi di questa possibilità, prevista dalla gara aggiudicata nel 2009 per 5 anni. Quindi quei soldi li avrebbe spesi «a suo rischio e pericolo».
Quanto al mancato rinnovo i giudici evidenziano che la scelta del Comune è sempre «ampiamente discrezionale» in questi casi: «anche perché la regola fondamentale nell’affidamento degli appalti pubblici è il principio della libera concorrenza, cioè l’affidamento dell’appalto con l’indizione di apposita gara, aperta alla partecipazione di tutte le ditte interessate».
Ma non poteva fissare «in via unilaterale il prezzo di 5 euro oltre Iva a pasto». Perché se è vero che la Multiservice si era detta disponibile a ridurre il prezzo da 5,84 euro a 5 «tenuto conto delle difficoltà finanziarie» del Comune, «non può dubitarsi che tale riduzione del prezzo era collegata alla richiesta di rinnovo triennale dell’appalto». E in mancanza di questo l’offerta non vale.
Poi c’è da considerare la rivalutazione del servizio, sulla base dell’andamento dell’inflazione.
Quindi il comune dovrà riconoscere alla Multiservice gli 84 centesimi di differenza per pasto erogato in questi mesi, più la rivalutazione.
l.amato@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA