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POTENZA – La scena ovviamente è tutta per il premier che è stato circondato da un cordone di sicurezza, una parata di giornalisti e un bagno di folla con tutti a tentare di stringergli la mano degni di una rockstar. Anche John Helkann però, con la sua faccia da eterno ragazzino (con la giacca in cui ci balla, pochi peli radi sul volto e la chioma un pò arruffata) non ha sfigurato vincendo addirittura la sfida degli autoscatti con i dipendenti (frutto anche di una juventinità calda come piace al Sud).
Ovviamente però il ruolo di quello che spiega come stanno le cose e degli annunci è toccata a Sergio Marchionne. E’ il suo ruolo. Perchè se da un lato Matteo Renzi si è concesso alla stampa solo per una manciata di minuti (chiedendo espressamente di non parlare al microfono che pure gli era stato preparato) facendo dichiarazioni di massima, ad un tono di voce non udibile giù a un metro di distanza, «per difendere il lavoro non si va nei talk show, si creano fabbriche. Il lavoro non si crea a chiacchiere» e «con la visita di oggi abbiamo avuto la dimostrazione che Melfi non sarà una cattedrale nel deserto», Marechionne è stato ben più chiaro.
Il punto di partenza del ad è stata la promessa: «Altre mille assunzioni per Melfi». Se saranno nuovi posti a tempo indeterminato o la trasformazione dei contratti precari in qualcosa di più stabile però non è stato chiarito. La speranza è che il gruppo Fca sia più chiaro (come hanno subito chiesto i sindacati) nelle prossime ore.
Al momento, e questo è certo, lavorano circa 12 mila persone ma secondo Marchionne «entro la fine dell’anno, molto probabilmente ne saranno assunte altre mille». In ogni caso sono numeri importanti e tutti stampati nero su bianco dalla “velina” ufficiale distribuita ai giornalisti durante l’attesa del premier: l’organico attuale è di circa 7.500 persone di cui 1.550 nuovi assunti nel 2015. Si tratta della soglia occupazionale più alta: era 6.300 nel lontano triennio 1997-1999). Livello occupazione rilanciato verso l’alto dalla produzione di Jeep Renegade e 500 X, resa possibile dalla ristrutturazione degli impianti cominciata a fine 2012.
E questi numeri hanno fatto dichiarare all’amministratore delegato che «stiamo in uno stabilimento che funziona. E’ un’ottima storia». Marchionne non dimentica quindi la classe proletaria: «Nei nostri lavoratori c’è un entusiasmo che è eccezionale».
E pure a Marchionne tocca la parte del “cattivo” con i sindacati. Dopo le polemiche sul sindacato unico, (proposta lanciata a Mentana da Renzi) è stato l’amministratore Fca a rilanciare e ribattere: «In tutti i sistemi del mondo, lo vedi in Germania, lo vedi in Usa e non mi pare che siano regimi c’è un sindacato dell’auto. Chi parla di regimi totalitari si sbaglia alla grande».
E sempre con il piglio del manager espansionista, Marchionne ha risposto con ironia alle domande dei giornalisti su una possibile fusione con la General Motors: «(…) non si parla di queste cose in questo modo. La realtà dei fatti è che l problema di cui ho parlato a fine aprile per quanto riguarda l’enorme consumo di capitali da parte dell’industria automobilistica è un problema che si deve affrontare e quindi una soluzione bisogna trovarla».
Tutto con il sorriso conario di Helkann ad approvare. L’unica cosa di cui non si è parlato è il tema petrolifero che tanto sta cuore ai lucani. Ma su questo Marchionne evidentemente non era stato delegato da Renzi a fare il mastino.
sal.san.
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