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DALLA Fattoria Mastrangelo di Bernalda, un esempio innovativo della rete delle Fattorie Sportive, che hanno allestito “percorsi intelligenti” o “percorsi salute” realizzati in agriturismi con la collaborazione di Fidal Servizi, al caciocavallo podolico “andato a ruba” prodotto dall’Azienda Antonio Digilio di Ferrandina, all’esperienza di Rudy Marranchelli che oltre ad essere presidente dell’Agia è titolare di azienda ortofrutticola di qualità di un centinaio di ettari a Nova Siri e che ha parlato ad una platea di super-esperti di tutto il mondo, ai prodotti innovativi di cotto fichi-marmellate dell’azienda Terra Vecchia di Policoro: sono solo alcune delle storie di successo dell’agricoltura materana per una settimana in vetrina a Milano. Proprio come quella di Giuseppe Mastrangelo, subentrato nella conduzione aziendale da pochi anni e, coadiuvato dalla sua famiglia, ha continuato la produzione aziendale ma ha dato uno slancio nuovo ampliando le attività aziendali.
“A portare avanti queste aziende che stanno puntando sulla tutela della biodiversità, sulla specializzazione, sul biologico, sull’integrazione di filiera in una visione di agricoltura multifunzionale per la costruzione di un modello sviluppo sostenibile – sottolinea Paolo Carbone della Cia lucana – è una nuova generazione imprenditoriale, con molti giovani appassionati che hanno puntato sulla terra pur venendo da esperienze e formazione a volte distantissime dall’agricoltura”.
oggi le imprese agricole “under 35” sono in crescita costante e segnano importanti mutamenti: i giovani prendono in affitto le terre per espandere le dimensioni aziendali, oltre un quarto di loro segue coltivazioni biologiche, quasi tutte le imprese “under 35” seguono protocolli di ricerca e risultano fortemente innovative anche in virtù dell’alta qualificazione degli imprenditori. Sono queste imprese il volto nuovo dell’agricoltura che è orientata alla tutela della biodiversità, al mercato, alla ricerca e all’integrazione di filiera e che poggia su un alto livello di qualificazione professionale.
Per Nicola Serio, dirigente Cia del Materano, “parlare di agricoltura sostenibile significa riconoscere il ruolo di presidio, di sentinella e manutentore ambientale dell’agricoltore. Non vorremmo che la portata dell’evento Expo e un eccesso di esposizione mediatica non già sui temi delle risorse alimentari, ma dell’enogastronomia, faccia dimenticare che senza il lavoro dei campi non si può nutrire il pianeta né generare energie per la vita”. La Cia – prosegue – ha colto l’opportunità Expo per mettere al centro tutto ciò che costituisce agricoltura: dalle tradizioni alla tecnologia, dalla cooperazione internazionale – che in campo agricolo va letta oggi quasi come un’azione di ‘peacekeeping’ – alla difesa e valorizzazione della biodiversità e di creare su questi temi veri e propri protocolli di azione comune con tutti gli agricoltori del mondo. Convinti come siamo che è la difesa e la promozione del lavoro agricolo che consentirà all’Expo di segnare una svolta epocale per il mondo. Infine, rilanciamo l’idea di una Conferenza Agraria Regionale nella quale tenere una sessione sullo stato della ricerca e una sessione sul nuovo Psr 2014-2020 mettendo già adesso i ‘paletti’ necessari a scongiurare il disimpegno dei fondi comunitari come sta accadendo per il Psr ancora in vigore”.

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