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La Basilicata, in proporzione ai suoi abitanti ed in relazione alla quasi totale assenza di industrie durante le due guerre mondiali, è la regione che ha dato il maggior olocausto alla Patria: 7479 Caduti e Dispersi e 1481 Decorati al Valore nella guerra 1915-18; 4617 Caduti e Dispersi (1) e 562 Decorati al Valore nella guerra 1940-45 oltre ad un gran numero di mutilati ed invalidi di cui 2112 nella sola prima guerra mondiale. L’assenza delle industrie, infatti, non ha permesso in alcun modo ai giovani lucani di poter essere ritenuti “esonerati” dal servizio di leva.
Bisogna poi aggiungere che la Basilicata vanta anche un altro primato, quello di aver avuto il minor numero di disertori (2).
Durante la prima guerra i lucani vennero impegnati quasi in tutte le zone di operazioni ed assegnati alle diverse Armi e Corpi del nostro Esercito, in modo particolare alla Fanteria. Quest’affermazione trova conferma scorrendo gli elenchi dei Caduti dei vari comuni della Lucania.
Bisogna ricordare che la Brigata Basilicata, dal 1907 di stanza a Torino con i suoi due reggimenti, il 91° ed il 92°, aveva altri distretti di reclutamento: Catanzaro, Lodi, Lucca, Palermo, Savona, Varese.
La Brigata combattè valorosamente sul monte Cavallino, sul Monte Rothek, sul Monte Sief, sul Col di Lana, sulla Croda dell’Ancona. Dopo Caporetto combatté a Pederobba, sul Monte Tomba e sul Monfenera, quindi sul Grappa e sul Monte Asolone, a Col Finilon, Col del Miglio, Col Caprile e, nella battaglia finale, in Val Cismon. Per le brillanti prove di valore e di disciplina offerte in duri combattimenti e per la strenua resistenza contro ripetuti attacchi sferrati con forze superiori e sostenuti a prezzo di gravissime perdite sul Monfenera ed a Pederobba nel novembre 1917 (dove morì il Santangelo) e sul Grappa nella battaglia del giugno 1918, i reggimenti furono decorati con la medaglia d’argento al valor militare.
I Lucani confluirono, invece, in buona parte nella Brigata “Pisa” (29° e 30° Fanteria) il cui 29° Reggimento aveva sede a Potenza fin dal 1907.
Costituitosi col nome di 1° reggimento di linea del governo provvisorio della Toscana il 5 maggio 1859, con elementi dei battaglioni VII e IX del granducato, entrò a far parte della brigata Pisa nel novembre dello stesso anno.Nella guerra italo-austriaca, il 29° reggimento fanteria combattè valorosamente a Sagrato, San Martino, Bosco Cappuccio , nel Vallone di Opacchiasella, a Loquizza, sul Dosso faiti, sul M. Sisemol, in Valtellina, sul Montello, nella piana di Sernaglia ed a Follina, meritando una medaglia d’argento al valor militare al passaggio dell’Isonzo, e guadagnando una seconda medaglia, in riconoscimento delle altissime doti di impeto rilevate negli aspri combattimenti sostenuti sul Carso.
A partire dal 1916 il numero dei reggimenti di fanteria del nostro regio esercito passò da 94 a 282 reggimenti di fanteria -compresi i 94 già esistenti- per esigenze dovute all’andamento della guerra, spesso disastrosa. Vennero creati in sequenza- coi richiami delle vecchie classi di leva – altri 138 reggimenti di Fanteria di Linea e uno di fanteria di marina per la laguna. Si costituirono altri 9 reggimenti Bersaglieri e 7 raggruppamenti Alpini. Con volontari presi dai reparti vennero costituiti diversi battaglioni di Arditi e di specialisti d’arma autonomi e per questo motivo molti lucani si videro così inquadrati nelle nuove brigate, la “Volturno”, “Sele”, “Ionio” …
Merita un breve cenno, in ultimo, la Brigata “Potenza” costituita su tre reggimenti di fanteria: il comando brigata ed il 271° dal deposito del 7° , il 272° dal deposito dell’8° ; il 273° dal deposito del 68°. Ebbe breve ma non ingloriosa vita ed i suoi reparti meritarono, oltre alla Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare di Savoia (come per tutta l’arma di Fanteria) ben due Medaglie d’Argento al Valor Militare, assegnate rispettivamente alle Bandiere di Guerra del 271° e del 272°.
Costituita nel luglio 1917 venne inviata a combattere sulla Bainsizza, sul Monte Stol, a Potoki e sul Monte Carnizza e San Volario. Dopo la rotta di Caporetto combatté sul Piave, a Fagaré, Saletto e Casa Pasqualin. Per il comportamento tenuto duranle la battaglia del solstizio meritò la citazione sul bollettino di guerra N° 1120 del 18 giugno 1918. Venne disciolta ai primi di febbraio del 1919.

(1) Come precisa nella sua attenta analisi statistica Antonio Boccia “il numero senz’altro inferiore al vero … i dati sono incompleti ed imprecisi non essendo stato possibile poter consultare tutte le fonti d’informazione dell’epoca” . A tal proposito bisogna tener conto del fatto che per via degli avvenimenti dolorosi svoltisi durante l’ultima guerra molti documenti andarono distrutti o perduti.
(2) Vedi: Saverio Cilibrizzi, I grandi lucani nella storia della nuova Italia.

BIBLIOGRAFIA
A. BOCCIA- Il contributo della Basilicata nelle guerre d’Italia – Milano 1965
L.M. de BIASE – Le brigate di fanteria nella guerra del 1915-1918 , Roma S.M.E. 1994
E. SCALA – Storia delle fanterie italiane, Roma S.M.E., 1965
AA.VV. – Brigate di fanteria – riassunti storici …, Roma, S.M. Centrale Ministero Guerra, 1925

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