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POTENZA – Lo dice anche il sindaco Dario De Luca che «l’entità del fenomeno è tale, che possiamo mitigarne gli effetti, ma vanno evitati momenti di tensione». È difficile che le ordinanze emanate su Ztl e «divieto di bivacco» metteranno uno stop al flusso di ambulanti extracomunitari che da anni popolano il centro storico di Potenza nei giorni della festa patronale. «I cittadini residenti si sentono assediati, è giusto limitarne i disagi».
Le misure restrittive previste sono una delle novità dell’edizione 2015 della festa patronale potentina. Ma basteranno?
La Ztl, per esempio, sarà in vigore h24 dal 25 al 31 maggio, in tutto il centro storico. Da un lato l’amministrazione vuole provare a evitare la sosta selvaggia nel centro storico, dall’altro disincentivare la permanenza degli ambulanti extracomunitari che spesso vivono nelle proprie auto, parcheggiate sulle strisce blu per tutta la durata della festa. Chi non rispetterà la Ztl andrà incontro a multe salate e, in caso di mancato spostamento dell’auto, alla rimozione del mezzo. I controlli sull’accesso alla Ztl saranno però saltuari. I varchi elettronici non funzionano. Così i cittadini potranno imbattersi in posti di blocco in uno dei tre punti di ingresso del centro storico.
L’altra ordinanza destinata a regolamentare – almeno provarci, queste le intenzioni dell’amministrazione – è stata ribattezzata “anti-bivacco”. Vietati accampamenti in strada, tende, sacchi a pelo, bombole di gas, cucine da campo o fornelli. Niente rifiuti in strada, dormite sul marciapiede, né fontane pubbliche utilizzate per lavarsi.
La decisione è spiegata nell’oridnanza. Durante la festa patronale, Potenza «diventa meta di persone che effettuano, per i motivi più vari, forme di bivacco, di accampamento con tende o strutture precarie». Nel centro storico gli ambulanti extracomunitari cucinano, giocano, dormono, mangiano, cucinano, vendono.
Negli ultimi anni le polemiche si sono replicate puntuali. Da un lato residenti e commercianti che denunciavano di trovarsi prigionieri e bloccati: accessi ai negozi chiusi, portoni sbarrati da tende e furgoni. Dall’altro, l’appello di alcune associazioni a uno sforzo di pazienza e accoglienza. La città divisa, l’amministrazione nel mezzo: spesso irregolari, senza domicilio, anche a multarli, da chi riscuotere la sanzione? Come poterli ospitare se illegali?
Alcune associazioni (vedi box a destra) hanno cercato di lavorare negli anni su piccoli gesti di accoglienza. Ma per i residenti e i commercianti la situazione è insopportabile.
«Assistiamo impotenti da ormai decenni all’occupazione del centro storico di Potenza da parte di migliaia di venditori ambulanti – scrive Luigi Modrone, della segreteria regionale di Noi con Salvini – Definirli “venditori ambulanti” è ovviamente un eufemismo, perché non ne possiedono i requisiti di legge». È un problema di sicurezza, dice. «Risulta di ogni evidenza che tutti i ragazzi che vediamo allestire improvvisate bancarelle siano in realtà assoldati dalla malavita organizzata per effettuare la vendita della merce illegale». Modrone denuncia che in quella situazione si accumulano reati: «Si va dalla vendita abusiva, al lavoro irregolare, per arrivare in alcuni casi anche allo spaccio». Sia chiaro, però, spiega la nota: «La battaglia non è contro gli extracomunitari, ma contro ogni forma di illegalità».
L’amministrazione ha deciso di intervenire, a tutela di sicurezza e decoro. Il pugno duro è motivatonell’ordinanza: i flussi di questi ambulanti «rappresentano un potenziale pericolo per la salute pubblica, in particolare per l’attitudine di questi avventori di bypassare le più elementari norme che regolamentano il vivere civile». Ne deriva anche «un grave danno all’immagine della città capoluogo».
Per chi non rispetterà l’ordinanza sono previste multe, sanzioni, fino ad arrivare al sequestro di mezzi, merce e oggetti sul posto.
«Ho chiesto aiuto al prefetto D’Acunto», ha spiegato ieri il sindaco De Luca, annunciando una presenza “rafforzata” di polizia locale e alte forze dell’ordine. «Ma il fenomeno è enorme, sarà difficile e delicato agire».

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