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POTENZA – Attorno alla scuola, ma non sempre ce ne rendiamo conto, gira l’intera vita di una comunità. C’è il nostro passato, la nostra storia collettiva e individuale. C’è il presente. Fatto di docenti, amministrativi, bidelli, genitori, alunni. E dei tanti tecnici che cercano di risolvere i problemi di organizzazione e manutenzione. C’è il futuro. Ed è inutile spiegare perchè.
Un intero mondo, variegato e complesso che, nonostante tutto, si guarda attorno cercando di trovare tutti gli strumenti per non restare indietro.
La scuola lucana ha delle eccellenze. Lo ha confermato ieri anche l’assessore regionale Raffaele Liberali in un incontro ieri mattina nell’Auditorium del Liceo scientifico “Pasolini”. Di fronte a lui una platea di dirigenti scolastici e docenti che ha creduto (e continua a farlo) nella creazione di una scuola capace di fornire competenze digitali ai suoi ragazzi. E che già da qualche anno sta lavorando al “Distretto digitale 2.0”. Quello che ora la Regione sta tentando di rendere non più un’esperienza «a macchia di leopardo», ma una rete che coinvolga tutti gli istituti regionali.
Un’impresa. E non solo perchè trovare i fondi per comprare lavagne lim o computer ai ragazzi è sempre più complicato. Ma anche perchè dietro le cattedre non sempre ci sono persone in grado di utilizzare gli strumenti nuovi a disposizione. E’ forse questa la sfida più difficile. Perchè nella scuola ci sono persone valentissime, ma che hanno vissuto non proprio da protagonisti le rivoluzioni digitali di questi ultimi decenni. E così quelle nostre eccellenze, rischiano di non fornire più le competenze che ai ragazzi servono. E a loro non resteranno che due strade: restare fuori dal mercato del lavoro o decidere di andare via. Ancora.
Quindi bisogna far presto. Anche perchè già a settembre la scuola lucana inizierà a mettere le basi per la digitalizzazione dell’intero sistema scolastico regionale. E bisognerà farsi trovare preparati.
La vera sfida diventa quindi ora la formazione dei docenti, che sarà affidata a un primo gruppo (volontario) di 150 docenti che già da anni hanno deciso di puntare su questi temi. E a cui ora toccherà insegnare ai colleghi. Degli esempi positivi in tal senso ci sono: c’è l’esperienza importante del Comprensivo di Bella, che l’ex dirigente Mario Coviello, ha avviato prima del tempo su questo percorso. C’è il “Nitti” di Potenza, con lavagne lim ormai in ogni classe.
«La digitalizzazione della scuola oggi – spiega Liberali – è cruciale. Non possiamo permetterci altri ritardi». E «se non siamo capaci di fare sistema», rischiamo che quelle che oggi consideriamo eccellenze, domani non lo saranno più.
«Non è facile – spiega un docente – affrontare questa sfida. Al di là di tutto nella nostra scuola ci sono docenti che non hanno mai acceso neppure un computer. E lì che fai? Ci si prova, ma in alcuni casi si può già immaginare che il vero problema sarà chi dovrà insegnare agli studenti a usare certi strumenti. E parliamo di un campo nel quale, probabilmente, molti studenti sapranno muoversi meglio dei docenti». E lì la scuola non avrà fatto fino in fondo il suo lavoro.
Bisognerà aver coraggio allora, di ripensare il proprio ruolo di insegnante. Dimostrando nei fatti – e non con gli slogan – che c’è voglia di avere una scuola migliore. Perchè la bella scuola è quella che permette di immaginare un futuro. Per i ragazzi e non solo per chi nella scuola già lavora.
a.giacummo@luedi.it
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