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Dall’8 al 23 maggio i 131 comuni lucani saranno protagonisti all’Expo 2015 nello spazio a rotazione del Padiglione Italia.

Ogni Comune è stato invitato a “raccontarsi” attraverso un oggetto capace di meglio rappresentare, in un contesto innovativo e internazionale quale Expo, il proprio territorio e la propria comunità, operando una scelta coerente con il tema di questa Esposizione.

La città di Potenza ha scelto di lasciarsi rappresentare dal ponte Musmeci, nel suo rapporto con il fiume e con il paesaggio urbano.

Ci sono voluti diversi anni per progettare e realizzare il viadotto. Oggi il ponte è sottoposto a un vincolo, riconosciuto monumento di interesse culturale, come accade alle opere d’arte.

Ma per chi lavorò al cantiere si trattò soprattutto di un’impresa di innovazione. In quegli anni le maestranze locali non erano preparate a un progetto simile: forme, calcoli, prove di carico, realizzazione, tutto fuori dal consueto. Decisero che sarebbe stata un’opportunità. E così impararono, passo dopo passo, seguendo le istruzioni del progettista e persino del maestro d’ascia fatto arrivare dai cantieri navali del nord. Quel ponte somigliava quasi più a una nave, o a un aereo magari. Negli anni è stato visitato da ingegneri, matematici, architetti da ogni parte del mondo. Niente, però, lo spiega meglio dello stupore del cittadino che lo attraversa nella sua pancia: un camminamento mai completato, ma che consente di percorrere le membrane sottilissime del viadotto, al di sotto della strada e sopra l’acqua.

«La scelta è funzionale alla necessità di innovarsi da parte della città e della sua comunità» spiega l’assessore alla coesione territoriale Annalisa Percoco.

Una città, e la comunità che la abita, deve saper scovare possibilità. Senza rinunciare all’esistente, alla tradizione, ai riti dell’identità. Bisogna anche saper osare, per guardare al futuro con fiducia.

La “messa in scena” è stata resa possibile grazie alla disponibilità, a titolo volontario, dell’artista potentino Giulio Giordano e dei professionisti dello studio Effenove.

Giulio Giordano ha realizzato un’opera, che ha scelto di intitolare “I tre elementi”, spiegando di «essere attratto dalle forme inusuali e dinamiche del ponte Musmeci e di aver cercato di rubare la sua prospettiva rivisitandola con l’occhio dell’illustratore, ricreando nell’opera un’atmosfera alquanto panoramica e senza confini. Colori che si scontrano tra loro, il fiume con la sua forza senza fine, il tempietto di San Gerardo che vuole quasi uscire dal quadro, perdendosi nell’orizzonte. L’utilizzo di colori forti, linee cinetiche digitali e i tratti graffianti permettono di catturare tutta la forza che si trovano nei 3 elementi (ponte, fiume, tempietto del Santo Patrono)».

 

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