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«Non esiste alcuna parentela tra le due polle in contrada La Rossa e le acque di reiniezione del pozzo Costa Molina 2»: è questo in sintesi il risultato dei rilievi e delle analisi effettuate dal professor Eros Bacci, già ordinario di Ecotossicologia nell’Università di Siena, per la comparazione in Val d’Agri tra le acque del pozzo Eni e un’area, nel comune di Montemurro (Potenza), in cui si ipotizzava un inquinamento da idrocarburi.
I risultati sono stati presentati oggi, nel corso di una conferenza stampa, dal docente universitario e dal responsabile relazioni istituzionali locali di Eni, Francesco Manna.
Gli indicatori (e in particolare gli isotopi stabili dell’idrogeno e dell’ossigeno) rilevati in due «pozze» d’acqua in contrada La Rossa permettono di escludere ogni ipotesi di inquinamento derivante dal pozzo Costa Molina 2″: il colore, l’odore e la mancanza di erba nei dintorni delle pozze, sono imputabili a effetti naturali (dall’argilla alla temperatura) e non a fuoriuscite di acque di reiniezione. Sono proprio gli isotopi, secondo Bacci, a rappresentare la «prova regina», una sorta di dna dell’acqua che permette, in modo «del tutto inconfutabile», di stabilire la mancanza di «parentela» tra le due acque, anche considerando tempi e condizioni diverse dell’area.
Il ricercatore, in una prima fase, ha utilizzato dati dell’Eni e rilievi già svolti; in una seconda fase sono stati fatti nuovi rilievi sul posto, in più settimane e con condizioni diverse, confermando «l’estraneità di qualsiasi correlazione», e l’impossibilità che la composizione del terreno abbia in qualche modo «filtrato» l’acqua trattenendo elementi inquinanti. I campioni sono stati analizzati in tre differenti laboratori indipendenti, in modo «non controllato e non controllabile» dal committente, ha precisato Bacci.
Le acque prelevate nelle polle hanno un profilo isotopico più leggero, simile alle acque sorgive di tutta la zona, ha precisato l’Eni, così come «diversa e incompatibile» è la concentrazione dei marcatori naturali (Calcio e Magnesio), e «non vi sono tracce, nelle polle, del marcatore artificiale specifico proprio delle acque di reiniezione del pozzo, ovvero le ammine filmanti». (ANSA).
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