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POTENZA – Dopo 14 anni potrebbe essere arrivato il momento dei saluti per il vescovo di Tursi-Lagonegro e i fedeli lucani.
In settimana, infatti, è attesa la decisione di Papa Francesco sulla nomina di Francesco Nolè a capo dell’arcidiocesi di Cosenza.
Per il sacerdote potentino di Giuliano, che andrebbe a guidare una delle chiese più importanti della Calabria, non si tratterebbe soltanto di un trasferimento. Ma di una promozione.
Infatti Nolè, che ha 67anni, prenderebbe il posto dell’arcivescovo metropolita Salvatore Nunnari, più anziano di 9 anni e da 11 a capo della diocesi della città dei Bruzi.
Già in passato il nome di Nolè era circolato a lungo nelle stanze della nunziatura apostolica. Durante le tornate di nomine vescovili. Ed era stato dato in partenza per Capua, e da ultimo per Aversa. Poi però non se n’era fatto nulla. Anche perché l’ultima parola spetta sempre al Santo padre. Perciò per la conferma definitiva occorrerà ancora qualche giorno.
Il monsignore lucano era entrato ventunenne nei frati minori conventuali di Ravello, seguendo le orme del beato Bonaventura.
Per il sacerdozio ha dovuto aspettare il 1973, a Potenza. Poi ha iniziato il suo servizio a Nocera. Da dove si è spostato verso Benevento e Portici.
Direttore del Centro missionario nazionale dal 1992 al 1994, è stato eletto ministro della provincia di Napoli, che comprende Campania e Basilicata, fino al 2000. Quando è stato consacrato vescovo, a Pompei, ed è tornato nella sua regione per guidare la diocesi “coast to coast” di Tursi-Lagonegro: un territorio difficile che va da Maratea al Metapontino. Passando per la Val d’agri e il massiccio del Pollino.
Nelle ultime settimane Nolè ha dovuto gestire anche lo scandalo esploso con l’arresto di un sacerdote accusato di pedofilia, don Antonio Calderaro, rivellese, che all’epoca dei fatti diceva messa a Nova Siri.
Alla notizia ha fatto seguito l’immediata sospensione “a divinis” di Calderarao, con l’esonero dalle funzioni e da ogni attività sacerdotale. In più Nolè ha conferito incarico al legale della diocesi per intraprendere ogni azione a tutela dell’immagine della Diocesi medesima nei suoi confronti, e dichirarando «piena fiducia e collaborazione con la magistratura perché possa fare chiarezza sulla vicenda in maniera completa e rapida».

l.amato@luedi.it

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