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Dopo i no global vennero i no Tav, i no Triv, i no Tap (ma l’altro ieri in Consiglio dei ministri è arrivato l’ok al Gasdotto transadriatrico nonostante il no, stavolta istituzionale, della Regione Puglia) e i no Expo, attesi con timore nel giorno del taglio del nastro dell’evento mondiale a Milano dopo le manifestazioni di ieri. Dalla Basilicata fa sentire la sua voce il Comitato No Triv di Potenza, che in un comunicato stampa (lo pubblica oggi la Gazzetta del Mezzogiorno) per il concerto del Primo Maggio a Taranto denuncia: «Nel momento storico in cui un capitalismo irresponsabile ormai al collasso trascina la società verso l’individualismo più sfrenato, verso un appiattimento morale e culturale, stretto nella sua sempre più esigua cerchia di potenti multinazionali che seguono la filosofia dell’accumulo, del profitto a discapito della salute, della scelta imposta tra morire di fame o di cancro, diventa necessario unire le lotte… Il Primo Maggio di Taranto è molto più di un concerto, è luogo d’incontro e riflessione, perciò sappiamo che il nostro appello verrà accolto e diffuso. La Basilicata subisce da anni una violenza quotidiana, silenziosa: l’invasione delle multinazionali del petrolio».
In un’inchiesta apparsa il 29 aprile su Repubblica, la Basilicata è risultata essere la settima regione d’Italia tra quelle in cui si discute di più sul web: dal monitoraggio condotto da WebItalia sul numero di discussioni in rete dal 1° settembre 2014 al 31 gennaio 2015, il dato di 490 pone la Lucania dopo le grandi regioni (Lombardia 8.748, Piemonte 5.012, Sicilia 2.338, Puglia 699, Abruzzo 690 e Campania 680). «Molte le differenze» tra le sigle del dissenso, scriveva l’altro ieri Jaime D’Alessandro sul quotidiano diretto da Ezio Mauro, «ma altrettante le similitudini e abituale il sostegno reciproco malgrado luoghi e date di nascita differenti. Come i No Tav del Piemonte e i No Muos siciliani che si oppongono all’installazione dei radar della Nato dal 2009. il No Triv invece, sorto fra Basilicata, Abruzzo [1] e Irpinia, ovvero dove ci sono progetti di estrazione o esplorazione dei giacimenti petroliferi o di gas, è un movimento locale poi diventato nazionale collaborando con le associazioni ambientaliste per contrastare il decreto Sblocca Italia. La battaglia ha fatto fare ai No Triv anche un salto di qualità con l’alleanza con gli spagnoli che contrastano le trivellazioni a largo delle Canarie. Tanto che sui social media ora i post vengono scritti in doppia lingua, spagnolo e italiano».
Lo studio di WebItalia conferma che, prima ancora di arrivare nelle piazze, i grandi movimenti “contro” nascono online. Se il tema più gettonato è quello anti-trivellazioni, nel periodo preso in esame, la Basilicata si è piazzata al secondo posto dopo la Sicilia: 319 contro 869 dell’isola (segue la Campania con 229 citazioni).
Ma oggi è anche il Primo Maggio del (non) lavoro: Jobs Act nonostante, infatti, la disoccupazione è in risalita (13%, il 43,1% giovani, quasi il doppio ovvero oltre il 21% al Meridione). Il totale è di 59mila occupati in meno su base mensile (su scala annuale sono diminuiti di circa 70mila unità), anche se aumentano i contratti a tempo indeterminato. I dati Istat parlano chiaro, e sono drammatici per gli under 24: più di 1 su 10 è a casa. In una mappature delle vertenze registrate al Sud, il Mattino cita anche i contratti di solidarietà per 1400 dipendenti nel distretto lucano-pugliese del divano. E dalla prima pagina del giornale napoletano, Giorgio La Malfa chiama a raccolta il governo su un’emergenza che a suo dire continua a non essere affrontata per come dovrebbe.
Ma chiudiamo più o meno da dove eravamo partiti, e rimaniamo sul Mattino, dove la prima firma in fatto di enogastronomia, Luciano Pignataro, esulta a ragione per il “Padiglione Sud” che col suo gusto conquisterà l’Expo. Menzione d’onore anche per lo spazio Basilicata, in programma dall’8 al 23 maggio.
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[1] Sul Sole24Ore la notizia del via libera del ministero dell’Ambiente alle estrazioni di petrolio in Adriatico: in particolare si tratta del giacimento Ombrina Mare. Ok anche a due giacimenti siciliano a largo di Pozzallo (Ragusa) e alla perforazione di 4 nuovi pozzi a Rospo Mare, in Adriatico di fronte a Vasto (Chieti). Tra un mese a Lanciano (Chieti) una manifestazione delle associazioni e dei comitati “nimby” abruzzesi (Non in my backyard, ovvero non nel mio cortile) contro la decisione del governo.
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