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MATERA – Risale a prima dell’estate il contatto più recente con l’amministrazione comunale di Matera per avviare un confronto e giungere all’ingresso in società con quota di maggioranza. Un incontro nel corso del quale si parlò anche di un eventuale progetto da sottoporre all’attenzione del Comune, ma da quel momento nessun altro passaggio.
Lo conferma Antonio Padula, che detiene alcune quote della srl Teatro Duni e che ripercorre alcune fasi della vicenda che qualche settimana fa ha condotto alla decisione di chiudere i battenti, se non per impegni già presi, come il concerto di Francesco De Gregori, il prossimo 4 maggio.
Acquistare il teatro Duni, gioiello dell’architettura nato dal genio di Ettore Stella nel 1949, oggi costa circa 6,5 milioni secondo una recente stima richiesta dal liquidatore della società (oggi in liquidazione, ndr.) , i cui componenti si sono riuniti domenica 26 aprile.
«Nel 2011 eravamo giunti al termine della vita sociale della srl – ricorda – e dovevamo decidere se prorogarne l’attività o metterla in liquidazione volontaria. L’intento, già allora, era quello di trovare un acquirente».
Qualcuno, in realtà, si era fatto avanti, ma l’offerta non fu ritenuta adatta e così le operazioni per la messa in liquidazione andarono avanti. Anche al Comune era stata avanzata una richiesta economica di circa 7 milioni. Richiesta rispedita al mittente.
«Nell’incontro di domenica scorsa – aggiunge Padula – è emerso molto chiaramente che bisogna individuare soluzioni da sottoporre al Comune: l’acquisto o forme di co-gestione per un futuro intervento con un contributo in conto capitale per la ristrutturazione. Credo, però, che il solo contributo non basterebbe a portare a compimento i lavori. Le istituzioni, finora, sono state sorde alle nostre richieste e per questo pensiamo ad una iniziativa pubblica per affrontare questo tema, chiedendo ai candidati sindaco per le prossime comunali quale pensano sia il destino di questa struttura. Noi privati dobbiamo presentare proposte progettuali, ma anche la parte pubblica deve consentire l’apertura di una vera trattativa. Secondo me, non acquistare il Duni indica chiaramente che il Comune sa bene che comprandolo dovrebbe occuparsi anche di una gestione accorta. Oggi – aggiunge – l’immobile ha bisogno di una ristrutturazione complessiva in particolare per quanto riguarda i servizi al palcoscenico, come i camerini. In caso di ristrutturazione, sarebbe questo il primo elemento su cui intervenire. Più in generale, per una città come Matera, è necessario che un teatro venga ristrutturato in modo adeguato».
Sulla decisione di chiudere, Antonio Padula spiega che si è trattato di una scelta dettata da ragioni prettamente economiche che impediscono la prosecuzione della gestione.
«E’ il momento di trovare un confronto con la città e la politica. Se la volontà della città è quella di avere un teatro, le istituzioni dovranno spiegare che non hanno la forza finanziaria per acquistare ma, detto fra di noi, non credo sia così. Non si può comunque ignorare il suo valore architettonico. Farlo vuol dire essere poco lungimiranti. Una città che diventerà capitale europea della cultura, deve poter offrire servizi adeguati. I turisti non possono andare solo al cinema».
a.ciervo@luedi.it
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